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La bambina dimenticata dal tempo

La bambina dimenticata dal tempo

Siobhan Dowd, La bambina dimenticata dal tempo, Uovonero, 2012

 Una bambina mummificata che riemerge nella campagna irlandese; un giovane che corre per chilometri tutte le mattine sulle colline e ha visioni su fatti accaduti duemila anni prima; una storia d’amore; i terribili scontri dei primi anni Ottanta tra gli attivisti dell’IRA e il governo britannico. Questi sono i quattro ingredienti di una storia complessa e affascinante, che si intrecciano indissolubilmente in un romanzo vincitore nel 2009 della prestigiosa Carnegie Medal.

Tutto inizia quando Fergus, un giovane irlandese, sta rubando con lo zio della torba in un cantiere. D’un tratto si trova di fronte a delle strane ossa, un teschio, dei monili. Decide di denunciare il fatto alle autorità, che però non sembrano troppo interessate, almeno fino a quando appare evidente che si tratta di una straordinaria scoperta scientifica. A quel punto però il problema diventa serio: il ritrovamento è avvenuto proprio sul confine tra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda, in un momento in cui la violenza degli indipendentisti dell’IRA e delle reazioni del governo centrale sono all’apice… Fergus è stanco della situazione, vuole andarsene lontano e lasciarsi alle spalle tutto. Ma ora c’è Mel, la bambina dimenticata dal tempo, e la sua storia da scoprire. Ci sono quelle misteriose visioni. C’è Joe, suo fratello maggiore che, in carcere per motivi politici si sta lasciando morire di fame…

Horses

HORSES

Pellizon N., Horses, Canicola, 2016

Guarda il fantastico booktrailer realizzato da Nicolò Pellizzon con musica dei Be Forest:

Chiaramente e liberamente ispirato alla biografia di Patty Smith e Robert Mappelthorpe, lei musicista e lui fotografo, innamorati e maledetti nella New York fine anni ’60, questo fumetto ci racconta un brevissimo spaccato della vita di due ragazzi che incrociano le loro strade in un momento di grande difficoltà.

Johnny, magrissimo con lineamenti molto femminili, tanto da renderlo quasi androgino, ha appena litigato con l’insegnante di danza. La faccenda, che lo ha turbato molto, lo distrae da una questione ancora più grave: il denaro che deve rendere agli amici, che lo stanno aspettando all’uscita della scuola con intenzioni tutt’altro che amichevoli. Nel frattempo Patricia, compagna del corso di danza di Johnny, caschetto biondo platino e sguardo da gatta, rientrando a casa incrocia gli assistenti sociali che vogliono capire meglio la sua situazione familiare, visto che vive sola, minorenne, senza il permesso della madre.
Da quell’incontro rocambolesco inizia una fuga a due, ma anche un’amicizia e forse qualcosa di più, basata sulla ribellione, la poesia e l’arte, che evoca per atmosfere e apparato simbolico le poesie dei poeti maledetti.

 

burgess 2

Kill all enemies

Melvin Burgess, Kill all Enemies, Mondadori

C’è una cosa che proprio non riescono ad afferrare. Non è che io non possa fare i compiti. È che non sono d’accordo sul fare i compiti. Perciò non li faccio. Non che io non sia disposto a negoziare. Accetto che la scuola esista. È noiosa, ma ci dobbiamo andare. Questo lo capisco. Ci vado. Mi impegno (…). Ma quando torno a casa, il tempo è mio. Si chiama equilibrio vita/lavoro.

Billie sa di non avere più possibilità. Non può più farsi beccare in una rissa, a picchiare chiunque si azzardi a provocarla. Sarebbe cacciata dall’ennesima famiglia affidataria e dall’ennesima scuola. Però Billie proprio non ce la fa a controllarsi, e in ogni caso ha una reputazione da difendere.
Chris, da quattro anni, si rifiuta di fare i compiti, sistematicamente. E oltre a non fare i compiti, provoca, contesta, fa domande scomode cui nessuno sa, o vuole, rispondere. I genitori non sanno più che fare, i professori cosa inventarsi.
Rob ha un fratello più piccolo e la passione per i Metallica. Non dovrebbero essere motivi di rissa, ma lo sono; e Rob si trova a dover difendere il primo e la seconda dalle prepotenze di altri, finendo immancabilmente nei guai.

Espulsi dalle rispettive scuole, Billie, Chris e Rob finiscono alla Grant, una scuola per ragazzi difficili. Sono sull’orlo di un abisso, e basta poco per cadere: uno scontro, anche minimo, ed è fatta; sono fuori dal sistema, destinati a una vita di piccoli espedienti e di sicura galera. Riusciranno a evitarla?

tamaki

E la chiamano estate

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 Jillian e Mariko Tamaki, E la chiamano estate, Bao Publishing

Tre anni fa ho raccolto duecento sassi in spiaggia. Li abbiamo ammucchiati nel porticato. Facevamo cose così, insieme. Il muro di sassi della Famiglia Wallace. Ovviamente la mia famiglia non costruirà altri muri di sassi. O un’altra cosa. Sono troppo grande per quelle cose ora, comunque.

Estate. Rose la passa ad Awago con la famiglia, come ogni anno, da sempre. Un luogo d’infanzia dove divertirsi con la sua compagna di giochi Windy, fra passeggiate nel bosco, tuffi nel lago, falò sulla spiaggia.
Rose però sta crescendo, e si accorge che le cose di sempre non le bastano più: vorrebbe che lo “Sfigato” si interessasse a lei, le piacerebbe parlare e comportarsi come le altre ragazze più grandi, ma allo stesso tempo si sente ancora troppo piccola. C’è un mondo che Rose e Windy ancora non conoscono, quello della sessualità, ed è proprio questo che le incuriosisce di più, poiché le circonda senza mai toccarle direttamente. Le due amiche ne sono attratte ma anche impaurite, perché da stralci di conversazioni e frasi a metà pronunciate dagli adulti, capiscono che può causare ferite profonde, forse permanenti. Così, tra risate e momenti seri, si interrogano e si confrontano su quell’aspetto della vita ancora tutto da scoprire.
Nel frattempo, Rose assiste alla crisi dei suoi genitori senza capirne il motivo: perché sua madre si ostina a volere un altro bambino a tutti i costi, mentre a suo padre basta lei?
Tra ricordi di infanzia e nuove consapevolezze, Rose, non più bambina e non ancora ragazza, è messa di fronte a dure realtà che la costringono ad aprire gli occhi e rivedere le proprie certezze durante l’età più difficile della crescita.

Tutte, chi prima chi dopo, siamo state delle “Rose”, alle prese con dubbi e incertezze sul sesso. Ci siamo chieste come sarebbe diventato il nostro corpo, abbiamo fantasticato su come sarebbe stata la nostra vita amorosa, e ci siamo poste domande su questioni che sembravano così lontane da noi eppure così affascinanti, spesso condividendole e confrontandoci con un’amica.
E la chiamano estate è uno spaccato di vite che affronta tematiche delicate e complesse con un linguaggio spontaneo e incisivo.