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Ok Computer

Radiohead, Ok Computer, Parlophone

 Ok Computer esce nel 1997, dopo il grande successo di The bends che conteneva Creep, uno dei brani più famosi dei Radiohead. Si tratta di un album svolta per il gruppo, che da qui in poi inizierà sperimentare suoni sempre più elettronici. La copertina ci racconta molto di questo album, il cui filo conduttore è il senso di alienazione, confusione e smarrimento che permea tutti i brani. Un’alienazione esistenziale ma anche politica rispetto alla tecnologia postindustriale. L’immagine presenta un ambiente urbano non definito. Lo sfondo è principalmente bianco, ogni tanto uno sprazzo di celeste:  «Ovunque c’è rumore di sottofondo. Nelle nostre vite, nel modo in cui la nostra mente lavora. Tutta la copertina, così chiara, è legata all’idea di “rumore bianco”», dice Tom York riferendosi alla copertina.

Paranoid Android è il primo singolo estratto dall’album, dura quasi sei minuti e mezzo ed è un pezzo surreale, claustrofobico ma splendido. In Ok Computer c’è una perfetta fusione di testi e musica: i suoi brani sono stati spesso studiati in prestigiose università che hanno riconosciuto nella figura di Thom York un vero poeta post moderno.

Subterranean Homesick Alien, che omaggia nel titolo un vecchio successo di Bob Dylan (Subterranean Homesick Blues), è un brano dolce e malinconico, nel quale viene sviluppato il concetto di alienazione: vivo in una città/dove non sento gli odori/ma devo stare attento/alle fessure nei marciapiedi/sopra di me/girano gli alieni/e fanno i loro video/da fare vedere agli amici/di tutte queste strane creature che/imprigionano il loro spirito/scavano buchi dentro se stessi e/vivono dei loro segreti/sono tutti così tesi.

Karma police e No surprises sono gli altri due grandi successi del gruppo; il primo melodico e diventato ormai celebre, il secondo una sorta di dolce ninna nanna.

Un disco diventato un classico che ha rivoluzionato la musica rock e influenzato moltissime band.

Ok computer

Ok Computer

Radiohead, Ok Computer, Parlophone

 Ok Computer esce nel 1997, dopo il grande successo di The bends che conteneva Creep, uno dei brani più famosi dei Radiohead. Si tratta di un album svolta per il gruppo, che da qui in poi inizierà sperimentare suoni sempre più elettronici. La copertina ci racconta molto di questo album, il cui filo conduttore è il senso di alienazione, confusione e smarrimento che permea tutti i brani. Un’alienazione esistenziale ma anche politica rispetto alla tecnologia postindustriale. L’immagine presenta un ambiente urbano non definito. Lo sfondo è principalmente bianco, ogni tanto uno sprazzo di celeste:  «Ovunque c’è rumore di sottofondo. Nelle nostre vite, nel modo in cui la nostra mente lavora. Tutta la copertina, così chiara, è legata all’idea di “rumore bianco”», dice Tom York riferendosi alla copertina.

Paranoid Android è il primo singolo estratto dall’album, dura quasi sei minuti e mezzo ed è un pezzo surreale, claustrofobico ma splendido. In Ok Computer c’è una perfetta fusione di testi e musica: i suoi brani sono stati spesso studiati in prestigiose università che hanno riconosciuto nella figura di Thom York un vero poeta post moderno.

Subterranean Homesick Alien, che omaggia nel titolo un vecchio successo di Bob Dylan (Subterranean Homesick Blues), è un brano dolce e malinconico, nel quale viene sviluppato il concetto di alienazione: vivo in una città/dove non sento gli odori/ma devo stare attento/alle fessure nei marciapiedi/sopra di me/girano gli alieni/e fanno i loro video/da fare vedere agli amici/di tutte queste strane creature che/imprigionano il loro spirito/scavano buchi dentro se stessi e/vivono dei loro segreti/sono tutti così tesi.

Karma police e No surprises sono gli altri due grandi successi del gruppo; il primo melodico e diventato ormai celebre, il secondo una sorta di dolce ninna nanna.

Un disco diventato un classico che ha rivoluzionato la musica rock e influenzato moltissime band.