Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...) Lo stile del narratore, il modo in cui le sue riflessioni si susseguono come cani sciolti, eppure vincolati fra loro dalla logica che li costringe a una specie di fuga di gruppo. Così sarà per tutta la durata del libro, il passionale protagonista riverserà su di noi i suoi pensieri e le sue parole di sognatore con elegante enfasi e sottigliezza, dandoci appena il tempo di assimilarli, coinvolgendoci intensamente nelle sue avventure reali e non. Questo è ciò che più caratterizza una storia di per sé non particolarmente articolata, che passa quasi in secondo piano rispetto alla forma e soprattutto al contenuto di quanto espresso dalle considerazioni intime del narratore (nonostante esse siano spesso strettamente legate allo sviluppo degli eventi o da quest’ultimo suscitate). La vicenda, nella sua semplicità, è comunque originale e piacevolmente scorrevole. La fine. Essa, tanto netta quanto inaspettata, sembra lasciare in sospeso qualcosa di non meglio identificabile. Un sipario di silenziosa e buia malinconia cala su un palcoscenico che fino a pochi attimi prima era applaudito per il luccichio delle sue piccole luci incantate, i toni cortesi e appassionati dei suoi attori, l’atmosfera magica e coinvolgente. Ma lo spettacolo viene interrotto così, di tronco. Il sapore amaro che lascia in bocca somiglia a quello della spietata vita reale piuttosto che a quello di un racconto che si snoda dolcemente tra desideri e fantasticherie di un sognatore. Stairway To Heaven dei Led Zeppelin. Una ballata rock elegante e struggente, che a mio parere riprende, almeno nella prima parte, l’atmosfera sognante del racconto e la sua intensità. L’assolo e la parte finale, più energici, potrebbero essere paragonati ai momenti in cui il protagonista arriva alle conclusioni delle sue riflessioni e dei suoi discorsi tortuosi, esplicitandone o più semplicemente mettendone in risalto il significato. Un altro punto in comune tra la canzone e il libro è che entrambi, ognuno nel suo ambito, vengono considerati innegabilmente dei “classici”. A tutti coloro che sono o son stati dei sognatori. Anche i sogni più intensi e realistici, se non son destinati a concretizzarsi, saranno brutalmente portati via da una realtà misera e crudele. Per questo bisogna combattere rimettendo in piedi sulle loro fragili fondamenta i propri sogni caduti o costruendone dei nuovi… per rallegrarci di ciò che non abbiamo, per riempire il vuoto che ognuno di noi prima o poi, quando è lasciato in balia delle sue emozioni più recondite e dei suoi pensieri più intimi, sente di avere. Se il “nostro eroe” è veramente un sognatore tornerà alla vita di sempre e continuerà a sognare, anche solo per necessità Penso che se un libro o un film che ho letto o visto avessero avuto qualcosa da spartire con “Le Notti Bianche”, li avrei ricordati con facilità. Invece, anche dopo aver scavato nella memoria, i risultati son stati vani. Posso dire che durante la lettura del libro mi son venute in mente immagini di paesaggi legati alle descrizioni, ma niente di ben definito e tanto meno di noto (come potrebbero essere capolavori della pittura o foto celebri). L’atmosfera del racconto, che come ho già detto è magica, suscita emozioni sottili e a volte appena tangibili, fa di esso un mondo a parte, decisamente singolare e difficilissimo da collegare con l’esterno! Al massimo ho trovato qualche superficiale affinità con altri libri scritti nello stesso periodo, principalmente a causa del linguaggio utilizzato.
"Il sognatore non è un uomo ma, sapete, una specie di essere neutro. Si stabilisce prevalentemente in un angolino inaccessibile, come se volesse nascondersi perfino dalla luce del giorno, e ogni volta che si addentra nel suo angolino, vi aderisce e diventa simile a quell'animale divertente chiamato tartaruga, che è nello stesso tempo un animale e una casa [...] A che cosa servirebbe a lui, questa vita che noi desideriamo tanto? Egli pensa che sia una vita povera, misera, non immaginando che anche per lui forse suonerà una volta quella triste ora, quando per un giorno di quella misera vita avrebbe dato tutti i suoi anni di fantasticherie [...] Intanto quell'ora, quell'ora non è ancora giunta; egli non desidera nulla, essendo superiore ad ogni desiderio e possedendo tutto, perché è sazio, perché lui stesso è artefice della sua vita creandola ad ogni momento, a suo capriccio."
Chimaera
voto: Va nella biblioteca ideale