Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...) L’elemento che mi è piaciuto maggiormente è lo stile con cui l’autore riesce a raccontare la strage di Pangbourne e le indagini svolte su di essa. L’alternanza tra dialoghi e riflessioni personali dello psichiatra Greville, al quale è stato affidato il difficile compito di intuire il possibile movente del o degli assassini, con l’ispettore Payne, rende la lettura molto scorrevole, caratteristica che a mio parere tra le più importanti per un romanzo. La trama è interessante, avvincente e in parte verosimile: l’elaborazione e spiegazione dettagliata della risoluzione da parte di Greville, riesce a coinvolgere il lettore, che diventa parte integrante della storia, come se anche lui avesse partecipato attivamente al fianco della polizia. Al termine del libro non vi è una conclusione: l’autore lascia al lettore il compito di intuire come effettivamente le indagini si siano risolte. Questa scelta non mi ha colpito perché sembra che manchi il finale: di fatto un’ipotetica soluzione è stata trovata da Greville, ma, dato che nessuno, né la polizia né lo Stato, la approva e condivide, è come se non esistesse. Leggendo questo libro, che suggerisce un gesto di violenza apparentemente gratuita legata ad un malessere giovanile, penso che la musica che potrebbe essere scelta come colonna sonora sia quella usata negli anni ’70 da Stanley Kubrick nel suo celeberrimo film “Clockwork Orange”: Questo film tratta un caso criminale ricollegabile all’argomento narrato nel libro. “Un gioco da Bambini” è un romanzo giallo, pieno di indagini e riflessioni mirato a smascherare il colpevole. Per queste caratteristiche, consiglierei il romanzo alla categoria di persone (non inferiori ai 15 anni) a cui piace molto leggere libri inerenti a fatti di cronaca, ad omicidi e che ama la suspense a cui è destinata prima del ritrovamento di indizi o degli stessi assassini. Secondo me, dopo l’ultima pagina, il gruppo di ragazzi, ormai diventati giovani adulti, continua nella sua opera distruttiva, senza essere catturato dalle forze dell’ordine, le quali, nonostante le varie prove raccolte dallo psichiatra Greville e dall’ispettore Payne, continuano a rifiutare una tale soluzione per la fine e la soluzione del caso. Leggendo questo romanzo mi sono venuti in mente diversi fatti di cronaca accaduti negli ultimi anni che possono essere ricollegabili al romanzo, perché trattano, anche se con termini e modalità leggermente differenti, gli stessi argomenti.
Inoltre vi è anche un film, conosciuto a livello internazionale, che narra un fatto di cronaca in certi aspetti ricollegabile al libro: “Clockwork Orange” (1970, registra Stanley Kubrick).
=Eugeni@=
voto: Va nella biblioteca ideale