Cosa mi è piaciuto e perché (personaggi, situazioni, stile...) Questo libro mi è piaciuto molto perché non è uguale a tutti gli altri gialli: oltre ai delitti, mette in luce la profonda depressione e l’instabilità mentale dei ragazzi scomparsi. La figura del dottor Grenville poi è molto particolare: lui riesce a cogliere tutti gli aspetti della vicenda, anche quelli più improbabili e ad analizzarli accuratamente. E’ sorprendente la sua tenacia: sebbene venga allontanato dal caso, continua ad occuparsene personalmente. Dall’ inizio alla fine cerca di valutare ogni pista possibile senza escluderne una, fino a capire e rivelare il movente e gli artefici dei delitti. Ed è proprio questo che distingue lo psichiatra dal resto degli agenti, probabilmente se non esercitasse questa professione e non riuscisse appunto ad “entrare” nelle menti delle persone, non avrebbe risolto il caso. Ciò che non mi è piaciuto molto del libro è il fatto che in alcune parti cada troppo nella banalità e che sia troppo descrittivo. La musica che metterei come colonna sonora al libro è quella di “Profondo Rosso” per il tema della strage che hanno in comune. Lo consiglio a tutti coloro che amano i gialli e a coloro che sono affascinati dai vari lati della mente umana, anche quelli più nascosti. Personalmente, il libro finisce proprio come me lo immaginavo, e quindi non saprei proprio pensare ad un finale alternativo o per lo meno a come potrebbe continuare. Il film che questo libro mi ha fatto venire in mente è “il silenzio degli innocenti”. Nel film emerge la difficoltà di comprendere la mente altrui e i motivi che possono indurre una persona a fare determinate azioni, proprio come nel libro.
lallara*
voto: Bello