Quando eravamo in tre

Credo che sia una storia molto commovente e coinvolgente.Mi è piaciuto molto l’intreccio che lo scrittore crea e il suo colpo di scena finale che mi ha lasciata basita. Particolare anche il modo di trattare temi attuali come la conoscenza e la ricerca di se stessi, il saper cogliere e trovare nuove amicizie essendo se stessi.

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Volevo soltanto esistere. Ed essere me stesso.

E’ una storia avvincente, intrigante e piena di colpi di scena, fino alla fine quando solo allora si scoprirà del passato di Adam.

Ho amato il coraggio che dimostra avere Piers, nella decisione di lasciare tutto ricominciando la sua vita come realmente desidera.

Il finale mi ha leggermente deluso, per il fatto che mi è sembrato piuttosto sottovalutato rispetto alla curiosità che l’intero brano pone nel lettore.

Da tre mesi vivevo come un eremita. Per scelta, voglio dire, non per caso o per necessità. Volevo stare da solo, perché ne avevo fin sopra i capelli di fare quello che ci si aspettava da me, di essere quello che gli altri volevano.
Volevo soltanto esistere ed essere me stesso.

Ammirevole e travolgente

Questo libro parla di una grande storia di amicizia e amore. Ciò che mi ha colpito sono proprio i loro personaggi, le loro scelete e i loro comportamenti. Sono ragazzi che mettono tutto in discussione per qualcuno che amano e questo è un messaggio molto importanti. Il finale è senza dubbio la parte più inaspettata di tutto il libro.

Ci sono alcuni passaggi che sono stati scritti troppo poco apporoffonditamente

Ho l’impressione che le persone usino i ricordi per far sembrare il passato migliore di quello che è stato, o più felice

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La storia è motlo profonda, commovente

Una storia avvincente e coinvolgente. Tre ragazzi si incontrano grazie ad un ponte e ad un fiume. Nasce un’amicizia, un legame intenso tanto da non poterne più fare a meno. L’emozioni sono intense e diverse, ognuno travolge, incoraggia e sostiene l’altro.

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“Non farti mai prendere, donati. Non sentirti mai solo, ma in due. Non farti mai possedere da un altro, possiedi te stesso.

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Una storia che insegna ad apprezzare gli altri perchè in ognuno c’è qualcosa di positivo malgrado le diversità.

Piers va via di casa per allontanarsi da quel mondo così finto ed ostile. Quel mondo che lo costringe a seguire delle regole già scritte, di vivere di cliché e di fare quello che le persone si aspettano da lui. Piers vive di citazioni e poesie, nel conforto dei suoi libri così affidabili, non si aspetta di sicuro di essere travolto da un vortice di emozioni.Tess è una sorta di spirito libero ed indomabile, nonostante sia l’unica ad essere proprio a casa sua. Ama la vita e la propria autonomia nel vivere E poi c’è Adam.Adam affascinante. Adam spontaneo, Adam provocatorio e irriverente.Adam il ragazzo senza passato, il ragazzo senza regole.
Pieno di innarrivabili segreti.Così Adam irrompe nella vita di Piers, stravolgendola, abbandonandolo per poi ricomparire nei momenti più sbagliati. Adam, bello ed affascinante, un vagabondo, un ladro dal profilo volpino, che irrompe nel delicato equilibrio di amicizia tra Tess e Piers, fino a sopraffarla. Adam che fa innamorare un po’ tutti.
Ma chi è davvero Adam?
E poi c’è questo ponte ad unirli, un ponte vero e proprio, ma anche metaforico…un ponte lato: che tanto fa penare Piers. Perché il ponte collega, unisce.

Il grande punto interrogativo di questo romanzo sta nel finale, che vi assicuro, è stato uno dei più strani e bizzarri che mi sia mai capitato di leggere. Una volta che si arriva alle ultime cinquanta pagine c’è una sorta di svolta, una svolta che fa sì che tutto ciò che il lettore si aspettava che potesse succedere all’improvviso si annulli per dare posto a qualcos’altro, qualcosa di assolutamente inaspettato, qualcosa che sconvolge un po’ tutta la narrazione.
Purtroppo questa scelta fatta dall’autore mi ha lasciato perplessa. Per quanto possa essere anche in qualche modo apprezzabile, l’ho trovata un po’ troppo forzata.

“Quando torno in sè
si domandò chi era in realtà
Mai uno
sempre due
Ogni io è un tu,
Ogni tu è un io
Penso dunque sono
Sono dunque sono osservato
Quale è il tuo ora?
Quale preferisci?
Non posso averli entrambi?
Non ho mai provato ad essere entrambi insieme
Tutt’uno nel fare, il bacio di due coni
Costante ambivalenza, felice ambiguità
Vorrei che fossi qui?”
“Non importa, prova ancora, sbaglia ancora, sbaglia meglio”(cit.Samuel Beckett. cit. nel libro)

“Morti di sonno” Davide Reviati, Graphic Novel che tratta il tema dell’adolescenza con la stessa malinconica leggerezza

Scelsi il libro per caso, lì, sullo scaffale della biblioteca. “Dev’essere interessante” mi dissi.
Non mi ero sbagliata.

Il libro mi è piaciuto molto infatti protagonisti hanno tutti un’anima complessa e diversa dagli altri. Mi è piaciuto il fatto che la storia è narrata principalmente da Piers, il protagonista, ma a tratti interrotto da Tess, questo per dare al lettore due punti di vista diversi. inoltre tratta di temi importanti quali il coraggio e l’amicizia, molto importante per gli adolescenti.

Non mi è piaciuto molto il finale…

“I libri non fanno soffrire come le persone…”

Non mi è venuto in mente nessun libro.

La storia è molto bella e mi è piaciuto perchè parla di argomenti di cui normalmente si fa fatica parlare.

Il libro mi è piaciuto soprattutto perchè tratta importanti temi attuali fra i ragazzi come amore e amicizia. In questa storia si incrociano i percorsi di tre personaggi completamente diversi fra loro: questo fa emergere le loro emozioni e il loro carattere.
Mi ha colpito molto anche il grande alone di mistero che accerchia il personaggio di Adam, che cerca fino all’ultimo di nascondere la sua vera identità.

Nel corso della storia sono presenti troppi dialoghi

Ognuno di noi ha bisogno di qualcuno che cambi l’aria nella clausura della propria mente.

è una bella storia dal finale spiazzante, ma anche difficile da comprendere

Secondo me questa è una storia che si addice molto a ragazzi della nostra età in quanto tratta argomenti/situazioni che accadono spesso a un adolescente.

L’unica cosa che in questo libro non mi è piaciuta molto è stato il finale, nonostante non fosse scontato.

“Ci sono momenti che cambiano le persone. No sbagliato; ritenta. Ci sono momenti in cui le persone cambiano.”

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E’ una storia che fa riflettere molto sul fatto che a volte pensiamo di conoscere una persona e di poterci fidare di quello che dice e invece non è così.

è un racconto avventuroso e coinvolgente, ricco di suspance mista alla paura che tratta di argomenti che attirano molto gli asdolescenti, come l’amicizia e la fiducia reciproca.

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C’era qualcosa di più oltre alla paura Kit, qualcosa che mi spingeva a scendere là sotto. Sapevamo che quello era il nostro destino. Provavamo una stranissima gioia a scendere verso quell’oscurità che ci faceva tanta paura.

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Storia avventurosa da leggere tutta d’un fiato.

fino ad ora, tra tutti i libri di formazione che ho letto, questo è uno di quelli che esprime al meglio l’idea dell’adolescenza

La fine di questo libro è abbastanza improvvisa, alla fine mi sono rimaste delle domande praticamente su tutti i personaggi

“Volevo soltanto Esistere. Ed essere me stesso”

una storia di tre ragazzi con strade diverse, unite da un solo ponte per tutta la vita

L’ho trovata una bella storia, in alcuni punti molto coinvolgente e in altri meno. Una storia che ti fa capire che nessuno ha una vita perfetta, come Piers, il protagonista, al quale non manca proprio nulla, eppure sente il bisogno di passare del tempo da solo, lontano da tutto e da tutti, per ritrovare se stesso.
Un altro aspetto del romanzo che ho apprezzato è che ci sono pochi personaggi, cosicché durante la lettura mi pareva di comprendere sempre meglio i loro comportamenti e di potermi quindi intercalare meglio nella storia. Ho trovato piacevole anche il fatto che il ruolo del narratore è ricoperto da personaggi diversi durante il romanzo, in modo da assaporare il racconto da tutti i punti di vista.

L’unica cosa che mi sento di criticare è il finale poiché mi è sembrato molto risolutivo; in poche pagine “distrugge” la storia filo conduttrice del romanzo.

‘Con quanta facilità le circostanze cambiano le persone, i loro stati d’animo, i loro sentimenti, i loro atteggiamenti verso se stesse e il mondo che le circonda.’

Io collegherei a questo libro il film ‘Into the wild’ che racconta la storia di una ragazzo che scappa dalla società e dai suoi genitori proprio come Piers.

Un libro intenso e drammatico sulla fatica di crescere e sul passaggio all’età adulta, ricco di riflessioni e di colpi di scena.

Storia bella perché parla della nascita di una bellissima amicizia di tre ragazzi che tentano disperatamente di scappare dalle loro problematiche adolescenziali

mi è piacito

Non importa.Prova ancora.Sbaglia ancora.Sbaglia meglio.

la vera amicizia va oltre ogni cosa

Una storia piacevole e coinvolgente,ricca di pensieri, riflessioni e dialoghi tra i personaggi.
Ciascuno dei tre protagonisti(Piers,Kate e Adam) ha una storia e un carattere differente ma ad unirli è una profonda amicizia. Il personaggio che più mi ha colpito è Piers che, nonostante i dubbi iniziali sulla propria esistenza, subisce un’ evoluzione psicologica e alla fine del libro si rende conto per cosa valga la pena lottare riscoprendo i veri valori della vita.

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Quello che mi lascia perplesso, però,è il motivo per cui sopportiamo questa sorta di inquinamento mentale. Ci preoccupiamo tanto della contraffazione dei cibi e delle piogge acide e delle radiazioni nucleari e delle altre minacce alla nostra salute fisica, ma non battiamo ciglio di fronte all’abuso dei simboli o al veleno pompato nelle nostre menti dai pubblicitari e da altri imbonitori, o alle esalazioni tossiche prodotte quotidianamente dai giornali, dai politici o dai cosiddetti tuttologi televisivi. A che cosa serve un corpo vivente quando manca una mente vivente?

Leggendo questo libro mi è venuto in mente il romanzo di formazione” La solitudine dei numeri primi”. I due protagonisti adolescenti hanno infatti una psicologia complessa come quella di Piers,Kate e Adam.

Si tratta di una storia all’apparenza semplice ma in realtà profonda e ricca di significato;adatta a tutti gli adolescenti.

Personalmente credo che il romanzo “Quando eravamo in tre” abbia ricevuto un’adeguata collocazione come romanzo di formazione. La trama è insolita, imprevedibile e ciò permette al lettore di continuare a stupirsi. La personalità del protagonista è molto interessante e la sua decisione iniziale diventa un’occasione per riscattarsi e combattere contro le proprie paure.
E’ insomma l’inizio di una nuova vita, la sua vita, quella di un ragazzo pronto ad affrontare il mondo con le proprie mani, di un giovane che, pur di uscire dalla campana di vetro sotto cui si è rifugiato per troppo tempo, si allontana da tutto e da tutti.

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“Non è possibile che la nostra vita sia un pacchetto di energia? (…) Ne consegue che il tempo non è quello segnato dall’orologio, ma una variabile risultante dall’interazione tra energia e pensiero espresso come evento.”

Leggendo questo romanzo me ne è balzato alla mente un altro: “Un ponte per Terabitia”. In questo libro, esattamente come in quello di Chambers, il protagonista vive una doppia vita e coltiva una nuova ed importantissima amicizia. Molti spunti che si possono ritrovare in “Quando eravamo in tre” hanno un punto di contatto con il film “Le pagine della nostra vita”, dove la donna malata di Alzheimer, mediante l’aiuto del marito, prova a ricordare gli anni trascorsi con questo. La figura femminile assomiglia a quella del protagonista che aiutando Adam cerca di riportare alla sua mente quel passato trascorso insieme.

E’ un’occasione per riflettere sulle possibilità di stupire se stessi e gli altri, prendendo le redini della propria vita.

Questa storia mi è piaciuta molto soprattutto per il modo di scrivere dell’autore perchè usava un linguaggio semplice, adatto a noi giovani.
La parte che mi è piaciuta di più è stato il finale. Inoltre penso che questo libro abbia la capacità di far capire quanto una persona sconosciuta da un giorno all’altro possa diventare importante nella vita di qualcuno.

In particolare non c’è niente che non mi sia piaciuto.

“Anche tu hai una storia da raccontare,come tutti”
“Non volevo più fare la parte del figlio, dello studente, dell’amico o se è per questo neanche dell’ innamorato.Volevo soltanto esistere”

In particolare non mi e’ venuto in mente nessun libro e fumento,ma altre storie che parlano sempre di questo tema.

E’una storia profonda e interessante e la consiglierei ai ragazzi a cui piace leggere storie sull’adolescenza.

Il personaggio che più mi ha influenzato e fatto riflettere è Piers, un ragazzo in fuga dalla sua apparente normalità per riscoprire se stesso e rinascere. La sua inettitudine a capire le dinamiche del mondo lo portano ad avere queste Fisse e così cade nel baratro della depressione ma viene salvato da Tess, una ragazza con un carattere opposto al suo. Insieme riusciranno a capire veramente loro stessi e ad aiutarsi a vicenda in questo cammino. In questo percorso troveranno inoltre Adam che con la sua spontaneità e ingenuità li costringerà a rivedere tutti i loro piani.

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Una delle cose che i così detti malati di mente mi hanno insegnato è che la gente cosidetta sana non è molto brava a esplorare i propri possibili io. Forse perché ci sentiamo ragionevolmente soddisfatti degli io che viviamo. Ma forse siamo noi i veri prigionieri. Mentre il malato mentale, insoddisfatto del suo attuale io, a volte esplora le proprie potenzialità e scopre degli io che lo soddisfano di più, e li sperimenta.

Nella parte finale Adam e Piers mi hanno ricordato i protagonisti del film “Rain Man”, Raymond e Charlie. Soprattutto nel rapporto quasi paterno tra i due dopo il “coma” di Adam.

Una storia all’inizio a mio parere un po’ amorfa ma la parte finale è spiazzante e allo stesso tempo commuovente.