Descrizione
Autore
Blaine Harden
Blaine Harden è nato nel 1952 ed è un giornalista e autore americano. Attraverso la sua penna ha raccontato notizie raccolte durante i suoi viaggi nei luoghi più remoti. Non si limitò a prestare il proprio contributo ad una sola testata giornalistica. Dopo aver lavorato come corrispondente per The Washington Post in Africa, Europa dell’Est, Asia, e NewYork e Seattle, per quattro anni lavorò come corrispondente locale e nazionale del The New York Times. A questi seguirono l’impiego come scrittore per Times Magazine e il lavoro come reporter per Frontline, The Economist, Foreign Policy, National Geographic e The Guardian. Quando veste i panni dello scrittore, Blaine si cimenta nella scrittura di cronaca, portando alla luce truci realtà, che altrimenti sarebbero rimaste rinchiuse nell’ombra. I suoi libri sono “Africa: Dispatches from a Fragile Continent” (1990), “A River Lost”(1996), “Escape from Camp 14” (2012) e “The Great Leader and the Fighter Pilot” (2015).
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Descrizione
Fuga dal Campo 14, Codice edizioni, 2014
I campi di lavoro nordcoreani, tuttora funzionanti, esistono da un periodo di tempo doppio rispetto ai gulag sovietici e dodici volte superiore rispetto ai campi di concentramento nazisti. Sulla loro collocazione geografica non ci sono dubbi […] secondo le stime del governo sudcoreano sarebbero circa centocinquantamila i prigionieri rinchiusi nei campi…
Tanta la letteratura racconta le vicissitudini dei deportati nei campi nazisti, dei rifugiati politici, dei soldati in guerra, qui però è tutto diverso perché non è nel passato che si svolge il racconto, terribile, angosciante, purtroppo reale, molto reale, ma è nell’oggi. Shin Dong-hyuk è nato nel 1982 in un campo di prigionia nordcoreano, ha vissuto gran parte della sua vita convinto di meritarsi la reclusione, convinto che la prigionia fosse necessaria per debellare il nemico dello Stato. Fin da piccolissimo ha subito ogni tipo di tortura psicologica ma sopratutto fisica, ha visto decine e decine di ragazzi, donne, vecchi, uomini e bambini morire per cause “naturali”, ha provocato la morte della madre, convinto che fare la spia fosse legittimo e necessario. Ha mangiato topi e rane, ha vissuto con gli stessi vestiti per anni, senza biancheria intima. Non aveva accesso all’acqua, né per bere né per lavarsi; non gli era permesso avere amici, confidenti, rapporti o relazioni se non quelle con i capi per favorire la delazione di altri compagni.
Da questo clima di oppressione riuscirà a scappare nel 2002, impiegando quasi due anni per raggiungere gli Stati Uniti, questa è la sua storia brutale, intensa, potente che ci fa sentire tutti colpevoli. Dopo averlo letto non potrete più far finta di niente, sapete la verità.
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Questo è un racconto molto bello, commovente, che ci pone davanti ad una realtà che a noi pare lontana, separata da una grande distanza temporale, ma non è così: esistono ancora dei campi in cui la gente viene rinchiusa per un’azione insignificante o addirittura per un’azione commessa da un parente. Eppure è questo che succede nella Corea del Nord, un paese con un dittatore che vuol far sembrare la vita dei nordcoreani un paradiso. Questa storia narra dell’unico uomo nato in un campo che è riuscito a scappare, Shin Dong-hyuk. Uno dei pochi testimoni che è riuscito a farsi ascoltare e ad aprire gli occhi alla gente. Consiglio questo libro a chiunque, perché si capisca che talvolta una cosa non è in realtà come si mostra.
Voto: leggi dettagliQuesto è un racconto molto bello, commovente, che ci pone davanti ad una realtà che a noi pare lontana, separata da una grande distanza temporale, ma non è così: esistono ancora dei campi in cui la gente viene rinchiusa per un’azione insignificante o addirittura per un’azione commessa da un parente. Eppure è questo che succede nella Corea del Nord, un paese con un dittatore che vuol far sembrare la vita dei nordcoreani un paradiso. Questa storia narra dell’unico uomo nato in un campo che è riuscito a scappare, Shin Dong-hyuk. Uno dei pochi testimoni che è riuscito a farsi ascoltare e ad aprire gli occhi alla gente. Consiglio questo libro a chiunque, perché si capisca che talvolta una cosa non è in realtà come si mostra.
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La musica che metteresti come colonna sonoraInventa un nuovo titolo
Un'impresa impossibile
La frase che mi è piaciuta di più
“Avendo visto con i suoi occhi come si comportano le famiglie amorevoli, non riesce a sopportare il ricordo del figlio che è stato.” è la frase che più mi è piaciuta perché è qui che Shin inizia ad essere veramente umano, anche se con aspetti negativi.
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Quello che pensi di questa storia in una riga
Una storia commovente sulla vita di chi non ha mai avuto voce in capitolo.
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La storia mi è piaciuta,fa capire come la gente venga maltrattata, mostra realtà molto distanti da noi e a cosa possa portare uno stato di povertà e di vicinanza alla morte. Bisogna cercare di comprendere e aiutare le altre persone a combattere il male che le circonda.
Voto: leggi dettagliLa storia mi è piaciuta,fa capire come la gente venga maltrattata, mostra realtà molto distanti da noi e a cosa possa portare uno stato di povertà e di vicinanza alla morte. Bisogna cercare di comprendere e aiutare le altre persone a combattere il male che le circonda.
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La musica che metteresti come colonna sonoratear-red hot chili peppers
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Condizionato dallo sfruttamento
La frase che mi è piaciuta di più
Shin In Geun aveva quattro anni,troppo pochi per capire il discorso pronunciato prima dell’uccisione.
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
mad max-fury road
Quello che pensi di questa storia in una rigaÈ una storia che fa riflettere.
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Fuga dal campo 14 è una storia di violenza e sofferenza. Il protagonista è cresciuto in un posto dove le parole “amore” e “affetto” non avevano alcun significato, un posto dove la lotta per la sopravvivenza vince anche sui rapporti familiari. Il libro racconta senza censure le torture che ha dovuto subire, la fame che ha sofferto e le menzogne che ha raccontato. È un testo che scorre veloce, lasciando il lettore senza fiato e a chiedersi come sia possibile che nei nostri giorni qualcosa del genere sia ancora possibile e a chiedersi perché tutti sanno e nessuno fa nulla. Per questo motivo inviterei chiunque a leggere questo libro per riflettere e sopratutto agire.
Voto: leggi dettagliFuga dal campo 14 è una storia di violenza e sofferenza. Il protagonista è cresciuto in un posto dove le parole “amore” e “affetto” non avevano alcun significato, un posto dove la lotta per la sopravvivenza vince anche sui rapporti familiari. Il libro racconta senza censure le torture che ha dovuto subire, la fame che ha sofferto e le menzogne che ha raccontato. È un testo che scorre veloce, lasciando il lettore senza fiato e a chiedersi come sia possibile che nei nostri giorni qualcosa del genere sia ancora possibile e a chiedersi perché tutti sanno e nessuno fa nulla. Per questo motivo inviterei chiunque a leggere questo libro per riflettere e sopratutto agire.
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La musica che metteresti come colonna sonoraMetterei "if you want to sing out, sing out" di Cat Stevens, ovvero "se vuoi cantare ad alta voce, canta ad alta voce", una bellissima canzone sulla libertà, in cui si dice che ognuno deve e può essere libero
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"Oltre il filo spinato"
La frase che mi è piaciuta di più
“Non aveva mai, neanche una volta, sentito pronunciare la parola amore, tantomeno da quella madre che continuava a disprezzare anche da morta. Aveva sentito parlare del concetto di perdono in una chiesa sudcoreana, ma ne era rimasto perplesso: chiedere perdono nel campo 14 significava solo implorare di non essere punito.”
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Collegherei a questo libro “Se questo è un uomo” di Primo Levi. Entrambi dovrebbero essere letti per ricordare a tutti i più alti livelli di disumanità dell’uomo. Entrambi i protagonisti vivevano infatti in un mondo di negazione, paura e disumanità
Quello che pensi di questa storia in una rigaUna storia agghiacciante di una realtà attuale e ignorata praticamente da tutti.
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Questa storia narra di un’uomo nato in un campo di prigionia della Corea del Nord a riuscire a fuggire da un campo e scrivere una storia autobiografica sugli avvenimenti da lui stesso subiti e per questo ne fa un libro di attualità e di informazione su ciò che ci accade intorno tutti i giorni a nostra insaputa. E un libro molto forte in alcuni tratti e ci fa aprire gli occhi su quella che è la verità dei giorni d’oggi.
Voto: leggi dettagliQuesta storia narra di un’uomo nato in un campo di prigionia della Corea del Nord a riuscire a fuggire da un campo e scrivere una storia autobiografica sugli avvenimenti da lui stesso subiti e per questo ne fa un libro di attualità e di informazione su ciò che ci accade intorno tutti i giorni a nostra insaputa. E un libro molto forte in alcuni tratti e ci fa aprire gli occhi su quella che è la verità dei giorni d’oggi.
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La musica che metteresti come colonna sonoracivil war - Guns n' Roses
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Il soppravvisutto da un campo coreano
La frase che mi è piaciuta di più
“Sono fuggito fisicamente, ma non psicologicamente”
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Questo libro secondo il mio punto di vista non è riconducibile a nessun’altro libro benché non è un semplice libro ma una testimonianza di Shin Dong-Hyuk su una problematica attuale sottovalutata.
Quello che pensi di questa storia in una rigaStoria molto forte dal punti di vista mentale ma
Un’importamtissima testimonianza per l’interesse pubblico.
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Questo libro, in un certo senso, confonde il lettore, lo mette in una situazione tale da non sapere più cosa sarebbe umanamente meglio pensare. Pagina dopo pagina, la voglia di sapere cosa accade al povero protagonista aumenta progressivamente, ma dall’altro lato rabbrividisci all’ipotesi che le sue disavventure potrebbero anche peggiorare. Ma, ahimè, questa storia non è finzione, è una biografia. Shin, il protagonista, ha vissuto sulla sua pelle ciò che non auguro a nessuno: tra violenze e soprusi, è nato in un atmosfera che si fa beffe dei diritti umani, dove ogni individuo non ha valore per la sua vita ma per la sua forza lavorativa. Shin, nato e cresciuto qui, nel campo 14, si ritrova nella peggiore situazione immaginabile, non solo per le orribili condizioni del luogo, ma perché lui non ha mai conosciuto il mondo esterno, non è cosciente del fatto che le cose fuori dal campo vanno diversamente e non può fare altro che accettare il suo trattamento. Ma non finisce qui; procedendo nella storia, di cui non ero assolutamente a conoscenza, mi sono sentito indignato: come è possibile che tutto ciò avvenga all’oscuro di tutto e di tutti? Come è possibile che non abbia mai visto neanche un servizio al telegiornale o un articolo su un giornale? Come è possibile che nel 2016, nonostante gli accordi internazionali tra gli stati più potenti del mondo, esistano dei campi di concentramento alla pari di quelli nazisti e dei gulag sovietici? Se volete sapere qualcosa di più riguardo la straziante vita all’interno di queste strutture, questo libro vi aprirà gli occhi.
Voto: leggi dettagliQuesto libro, in un certo senso, confonde il lettore, lo mette in una situazione tale da non sapere più cosa sarebbe umanamente meglio pensare. Pagina dopo pagina, la voglia di sapere cosa accade al povero protagonista aumenta progressivamente, ma dall’altro lato rabbrividisci all’ipotesi che le sue disavventure potrebbero anche peggiorare. Ma, ahimè, questa storia non è finzione, è una biografia. Shin, il protagonista, ha vissuto sulla sua pelle ciò che non auguro a nessuno: tra violenze e soprusi, è nato in un atmosfera che si fa beffe dei diritti umani, dove ogni individuo non ha valore per la sua vita ma per la sua forza lavorativa. Shin, nato e cresciuto qui, nel campo 14, si ritrova nella peggiore situazione immaginabile, non solo per le orribili condizioni del luogo, ma perché lui non ha mai conosciuto il mondo esterno, non è cosciente del fatto che le cose fuori dal campo vanno diversamente e non può fare altro che accettare il suo trattamento. Ma non finisce qui; procedendo nella storia, di cui non ero assolutamente a conoscenza, mi sono sentito indignato: come è possibile che tutto ciò avvenga all’oscuro di tutto e di tutti? Come è possibile che non abbia mai visto neanche un servizio al telegiornale o un articolo su un giornale? Come è possibile che nel 2016, nonostante gli accordi internazionali tra gli stati più potenti del mondo, esistano dei campi di concentramento alla pari di quelli nazisti e dei gulag sovietici? Se volete sapere qualcosa di più riguardo la straziante vita all’interno di queste strutture, questo libro vi aprirà gli occhi.
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L’argomento trattato, come ho detto, mi ha interessato particolarmente, ma la scrittura giornalistica è risultata talvolta troppo pesante e ha smorzato il ritmo della narrazione.
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Nord Corea: ingiustizie silenziose
La frase che mi è piaciuta di più
“Sono fuggito fisicamente” disse “ma non psicologicamente”.
Questa affermazione sottolinea la durezza non solo fisica, ma anche psicologica a cui sono sottoposti i prigionieri, che rimangono legati a quei posti per il resto dei loro giorni.
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Ovviamente, mi sono subito balenati in mente decine di film riguardanti i campi di concentramento nazisti, ma penso che la poesia “Se questo è un uomo” di Primo Levi
sia l’opera più adatta per descrivere la vicenda.
Terrificante. Non mi sento di aggiungere altro.
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Penso che Fuga dal Campo 14 rappresenti per eccellenza non solo la crudeltà della società in cui siamo costretti a vivere, ma l’indifferenza del mondo davanti a situazioni di questo tipo. Il modo in cui viene descritta la storia di Shin, così crudo e diretto, tanto che a volte si ha anche difficoltà a procedere nella lettura quasi per paura di ciò che verrà raccontato proseguendo, aiuta il lettore a capire ciò che realmente persone come il protagonista della vicenda, giovani o anziane che siano, sono costrette a passare ogni giorno da anni a questa parte. Shin è l’unico nato nel campo, così come l’unico riuscito a fuggire in Cina e successivamente in America. Fin da piccolo è stato vittima di forti violenze fisiche e psicologiche che si sono ripercosse su di lui con gravi conseguenze, prima tra tutte l’incapacità di relazionarsi con il mondo circostante, da lui visto da sempre come ostile e crudele poiché cresciuto in mezzo a persone senza un minimo di umanità.
Personalmente trovo impossibile una tale indifferenza per una storia di questo genere, che dovrebbe fare aprire gli occhi ma soprattutto spingere le persone ad agire, a cercare una soluzione. Ma purtroppo questo non avviene, bensì si resta fermi a guardare immagini satellitari di campi paragonabili ai lager nazisti estesi per chilometri, in cui migliaia di persone come noi sono imprigionate e condotte verso la morte, solo perché ritenute “colpevoli” di un qualcosa a cui magari non sono neanche lontanamente stati partecipi. Il libro tocca veramente l’anima di chiunque lo legga, e per questo lo consiglio vivamente. E’ ora di aprire gli occhi e di renderci conto che quel mondo per alcuni tratti così perfetto, nasconde realtà terrificanti che vanno bel al di là della fantasia.
Penso che Fuga dal Campo 14 rappresenti per eccellenza non solo la crudeltà della società in cui siamo costretti a vivere, ma l’indifferenza del mondo davanti a situazioni di questo tipo. Il modo in cui viene descritta la storia di Shin, così crudo e diretto, tanto che a volte si ha anche difficoltà a procedere nella lettura quasi per paura di ciò che verrà raccontato proseguendo, aiuta il lettore a capire ciò che realmente persone come il protagonista della vicenda, giovani o anziane che siano, sono costrette a passare ogni giorno da anni a questa parte. Shin è l’unico nato nel campo, così come l’unico riuscito a fuggire in Cina e successivamente in America. Fin da piccolo è stato vittima di forti violenze fisiche e psicologiche che si sono ripercosse su di lui con gravi conseguenze, prima tra tutte l’incapacità di relazionarsi con il mondo circostante, da lui visto da sempre come ostile e crudele poiché cresciuto in mezzo a persone senza un minimo di umanità.
Personalmente trovo impossibile una tale indifferenza per una storia di questo genere, che dovrebbe fare aprire gli occhi ma soprattutto spingere le persone ad agire, a cercare una soluzione. Ma purtroppo questo non avviene, bensì si resta fermi a guardare immagini satellitari di campi paragonabili ai lager nazisti estesi per chilometri, in cui migliaia di persone come noi sono imprigionate e condotte verso la morte, solo perché ritenute “colpevoli” di un qualcosa a cui magari non sono neanche lontanamente stati partecipi. Il libro tocca veramente l’anima di chiunque lo legga, e per questo lo consiglio vivamente. E’ ora di aprire gli occhi e di renderci conto che quel mondo per alcuni tratti così perfetto, nasconde realtà terrificanti che vanno bel al di là della fantasia.
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La musica che metteresti come colonna sonoraCastle of glass - Linkin Park
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Invisibile agli occhi del mondo
La frase che mi è piaciuta di più
“Il vero miracolo dell’amicizia tra Shin e Park è la rapidità con cui è riuscita a far saltare quel meccanismo. Lo spirito dell’uomo, la sua dignità e le sue incendiarie informazioni diedero a Shin qualcosa che era al tempo stesso affascinante e impossibile da sopportare: un contesto, uno strumento per fantasticare sul futuro. All’improvviso Shin capì dove si trovava e cosa si stava perdendo. Il Campo 14 non era più la sua casa: era una gabbia ripugnante. E il suo amico giramondo dalle spalle larghe avrebbe potuto aiutarlo ad andarsene”.
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
“La guerra imbarbarisce perché, per combatterla, occorre indurirsi verso ogni rimpianto e attaccamento a valori delicati, occorre vivere come se questi valori non esistessero; e, una volta finita, si è persa ogni elasticità di tornare a questi valori.” (Cesare Pavese)
A questo libro ricollego inoltre la poesia “Sono una creatura” di Ungaretti, in particolare per i seguenti versi:
“Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede
La morte
si sconta
vivendo”
e dello stesso autore la poesia “Sereno” che ricollego al momento in cui Shin, il protagonista, lascia il Campo 14 e inizia a vivere la vita che non gli era mai appartenuta:
“Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo
Mi riconosco
immagine
passeggera
Presa in un giro
immortale”
Storia diretta e sincera di una realtà invisibile agli occhi del mondo, emotivamente coinvolgente e scorrevole nella narrazione.
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La storia mi ha colpito principalmente per due aspetti; come prima cosa se si pensa che la realtà distopica descritta nel libro rispecchia la quotidianità di molti cittadini Nord Coreani; inoltre perché i prigionieri vengono tutti omologati rispetto un unico cliché, quello del cittadino sottomesso al regime dittatoriale della Corea del Nord. Quando il protagonista riesce ad evadere si viene a conoscenza della sua difficoltà a relazionarsi con la società: infatti essendo lui nato all’interno del campo 14 non era mai stato a contatto con il mondo reale. Paradossalmente sembra quasi come fosse nato all’età di 23 anni, quando finalmente, riesce ad evadere dal campo di prigionia.
Voto: leggi dettagliLa storia mi ha colpito principalmente per due aspetti; come prima cosa se si pensa che la realtà distopica descritta nel libro rispecchia la quotidianità di molti cittadini Nord Coreani; inoltre perché i prigionieri vengono tutti omologati rispetto un unico cliché, quello del cittadino sottomesso al regime dittatoriale della Corea del Nord. Quando il protagonista riesce ad evadere si viene a conoscenza della sua difficoltà a relazionarsi con la società: infatti essendo lui nato all’interno del campo 14 non era mai stato a contatto con il mondo reale. Paradossalmente sembra quasi come fosse nato all’età di 23 anni, quando finalmente, riesce ad evadere dal campo di prigionia.
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Personalmente mi è piaciuto molto il libro, anche se in certe parti la narrazione diventa troppo lenta a causa di digressioni ricche di dati statistici e informazioni riguardanti la condizione politico-sociale della Corea del Nord.
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riNASCERE a 23 anni
La frase che mi è piaciuta di più
“Sono fuggito fisicamente” disse, “ma non psicologicamente”.
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Quello che pensi di questa storia in una riga
Penso che sia una storia allarmante e preoccupante proprio perchè reale
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Questo libro posso ammettere di averlo scelto con il presentimento fasullo che il contenuto potesse rimandare ad argomenti di attualità frivoli; una convinzione che in questo momento mi rammarica, dopo essere venuto a conoscenza attraverso di esso di come la realtá si discosti notevolmente dal modo in cui ognuno di noi la percepisce. Si ritiene infatti che a distanza di tanti anni dallo strazio vissuto con la seconda guerra mondiale e le imposizioni per opera di regimi totalitari (oggi a nostra detta inesistenti) l’uomo abbia preso coscienza del proprio passato e su esempio di questo abbia cercato di costruirsi un futuro più giusto sotto ogni prospetto. Tuttavia questo libro riporta con una semplicità a dir poco disarmante fatti che, nonostante non ci riguardino personalmente da vicino, evocano in gran parte quell’atmosfera macabra che le vittime dell’Olocausto hanno giá vissuto. È stato proprio questo strappo esistenziale dalla quotidianità, e quindi un isolamento asfissiante, ad aver caratterizzato la vita del protagonista di questa storia e di tante altre anime innocenti. Tutto ciò mi colpisce, non solo per come è descritto, ma anche perchè rappresenta la prova tangibile dell’indifferenza comune a tutti noi. Di conseguenza l’ uomo si sta dimostrando ancora oggi insensibile difronte alla realtà che lo circonda. Mi ritengo come tutti complice degli atteggiamenti diffamatori difronte a queste azioni, con le quali si cerca di alimentare false speranze in un mondo dove ne restano ben poche,. La testimonianza di questo uomo deve dunque essere vista come un modello da imitare nei confronti delle innumerevoli ipocrisie e menzogne del mondo occidentale.
Voto: leggi dettagliQuesto libro posso ammettere di averlo scelto con il presentimento fasullo che il contenuto potesse rimandare ad argomenti di attualità frivoli; una convinzione che in questo momento mi rammarica, dopo essere venuto a conoscenza attraverso di esso di come la realtá si discosti notevolmente dal modo in cui ognuno di noi la percepisce. Si ritiene infatti che a distanza di tanti anni dallo strazio vissuto con la seconda guerra mondiale e le imposizioni per opera di regimi totalitari (oggi a nostra detta inesistenti) l’uomo abbia preso coscienza del proprio passato e su esempio di questo abbia cercato di costruirsi un futuro più giusto sotto ogni prospetto. Tuttavia questo libro riporta con una semplicità a dir poco disarmante fatti che, nonostante non ci riguardino personalmente da vicino, evocano in gran parte quell’atmosfera macabra che le vittime dell’Olocausto hanno giá vissuto. È stato proprio questo strappo esistenziale dalla quotidianità, e quindi un isolamento asfissiante, ad aver caratterizzato la vita del protagonista di questa storia e di tante altre anime innocenti. Tutto ciò mi colpisce, non solo per come è descritto, ma anche perchè rappresenta la prova tangibile dell’indifferenza comune a tutti noi. Di conseguenza l’ uomo si sta dimostrando ancora oggi insensibile difronte alla realtà che lo circonda. Mi ritengo come tutti complice degli atteggiamenti diffamatori difronte a queste azioni, con le quali si cerca di alimentare false speranze in un mondo dove ne restano ben poche,. La testimonianza di questo uomo deve dunque essere vista come un modello da imitare nei confronti delle innumerevoli ipocrisie e menzogne del mondo occidentale.
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Come ho già detto, la sola concezione di una storia vera dalla portata fortemente emotiva rappresenta un suo pregio. Tuttavia, in diversi frangenti, l’autore di questo libro ha riportato delle descrizioni minuziose che lasciavano intendere in maniera eccessivamente netta le condizioni capestri in cui riversavano i prigionieri dei campi di lavoro. Spesso queste descrizioni passive si alternavano con atti di violenza spropositata ai danni dei singoli, che per la loro crudeltá, potevano anche essere lasciati da parte. Probabilmente però la scelta di riportarli fa parte di una finalizzazione più efficace della storia stessa, ovvero conforme quanto più possibile alla realtà dei fatti.
La musica che metteresti come colonna sonoraLa musica che metteresti come colonna sonora : "La notte di fuga" tratto dalla colonna sonora del film "La vita è bella" diretto e interpretato da Roberto Benigni. Di questa colonna sonora diretta dal maestro Nicola Piovani, il film è stato insignito del
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"Il diritto di essere umano"
La frase che mi è piaciuta di più
“In questo paese non c’è alcun problema legato ai diritti umani. Tutti conducono una vita dignitosa e felice.” Questa è una beffarda citazione con cui si apre il libro, tratta da uno degli innumerevoli articoli di giornali con cui l’autore Blaine Harden arrichisce il contenuto di questa vicenda. Questa frase mi ha colpito in quanto costituisce la prova tangibile di come la Corea del Nord cerchi di nascondere quanto inevitabilmente avviene nel proprio territorio, nonostante ne sia a conoscenza.
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Questo libro traspare le tragiche condizioni di isolamento nelle quali si sono venuti a ritrovare i prigionieri dei lager nazisti e dei gulag. Di conseguenza evoca paragoni illustri: mi viene in mente Primo Levi ma anche lo scrittore russo Alexander Solženicyn, di cui ho già letto in precedenza, per mio conto, il libro “Una giornata di Ivan Desinovič”, che racconta difatto delle condizioni terribili dei reclusi nei campi di lavoro. In secondo luogo vorrei citare anche un film che si avvicina notevolmente, in termine di contenuti, al libro che ho letto: si tratta della pellicola cinematografica “Crossing”, che tratta per l’appunto della fuga di un giovane nordcoreano da un campo di prigionia in cui era detenuto.
Quello che pensi di questa storia in una rigaQuesto libro mi ha trasmesso innanzitutto valori morali che difficilmente altri romanzi dello stesso genere sono stati in grado di fare altrettanto. Si tratta di un reportage in forma cartacea che ha scosso notevolmente la mia coscienza per la sua caratteristica schiettezza nel raccontare una vicenda così delicata, generando per un momento i miei dubbi sull’effettiva veridicitá dei contenuti riportati. Questo racconto biografico traspare un profondo rancore nei confronti di coloro che sanno ma mantengono il proprio silenzio difronte a questi fatti lugubri che tuttora interessano la Corea del Nord. Sotto questo profilo il libro costituisce una denuncia sociale per rivendicare la libertà e i diritti delle persone, offuscati ancora oggi da alcuni regimi totalitari.
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