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Le rose di Shell

Siobhan Dowd, Le rose di Shell, Uovonero, 2016

Un altro movimento, un fruscio, si agitò dentro di lei: come una tarma stavolta, che si sfila dalla crisalide, lieve ed esitante. Si tenne il ventre, fissando la strada senza vederla.

Allora capì.

Da un anno la vita di Shell è profondamente cambiata. Dopo la morte della madre, il padre perde il lavoro, riprende a bere e si rifugia in maniera ossessiva nella religione; sta solo a lei condurre la casa, prendersi cura del fratellino e della sorellina e riuscire a essere anche una brava allieva. I giorni passano nella routine più triste e malinconica possibile fino a quando, quasi per gioco, inizia una relazione clandestina con un ragazzo del paese, segreta a tutti. In realtà però qualcuno li ha visti, e quando non lontano da lì vengono ritrovati morti due neonati, su Shell si stende il dubbio dell’intera comunità. Da sola contro tutti, abbandonata anche dalla migliore amica, la ragazza cerca di farsi giustizia, prendendo in mano il suo destino e cercando la verità. Non tutti però vogliono sapere e la conoscenza diventa un’arma a doppio taglio.

Cinema Panopticum

Cinema Panopticum

Ott T., CINEMA PANOPTICUM, Logos Edizioni, 2015

Una bambina dalle lunghe trecce e un luna park apparentemente comune. La bambina è curiosa, la vediamo fare capolino oltre il muro che la separa dal mondo dei divertimenti per eccellenza, non ha molte monete con sé, ma decide di entrare lo stesso. Passeggia per le vie del parco giochi, dove il lettore incontra vari personaggi: un uomo vestito elegantemente che guarda il suo orologio, un pugile mascherato, un signore dagli occhiali troppo spessi e un mendicante che osserva il fondo di un bidone della spazzatura. La bambina non ha abbastanza monete per partecipare ai giochi che vede lungo la strada, ma a un tratto si trova davanti a un tendone con su scritto: “Cinema Panopticum”. All’interno ci sono cinque scatole – un misto tra vecchi juke box e dei confessionali – ognuna con uno schermo che proietta un film diverso. Questa volta basta una monetina per giocare.
Per la bambina avrà inizio un viaggio misterioso e oscuro che penetra nella solitudine e intimità di quattro uomini “sconosciuti”…

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Verdad

Verdad

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Canottiere L., Verdad, Coconino Press, 2016

Tra continui flash back che mandano la storia avanti e indietro nel tempo, si compie il destino di Verdad, una giovane donna dal nome importante, datole dalla madre in ricordo di Monte Verità, una comune anarchica, rifugio felice nato nei primi anni del ‘900 per contrastare il capitalismo.

Siamo in Spagna, negli anni trenta del ‘900 e Verdad, che porta nel cuore i valori di libertà e lotta tramandati dalla madre, combatte nella guerra civile spagnola, contro il regime franchista. Verdad è una donna forte, non si arrende – nonostante una mutilazione avvenuta durante un’operazione contro l’esercito franchista – e prosegue la sua battaglia in solitudine tra i monti.
È un animale, una volpe, uno stambecco che si aggira tra i boschi e le montagne, affrontando le proprie ferite, tra ricordi passati e desiderio di cambiamento.

 Ha piedi leggeri e un segno rosso sul cuore/l’acceso rimorso che lascia solo l’amore e la vertigine/di chi non vuole credere che sia tutto inutile/conosce a memoria la strada a tutte le ore/raccoglie gli sguardi che incontra, uno per ogni colore della solitudine di chi non vuole credere che sia tutto inutile.

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La casa dei fantasmi

La casa dei fantasmi, J. Boyne, Rizzoli, 2015

La giovane Eliza perde improvvisamente l’amato padre, con cui viveva sola, in un gelido inverno inglese. Senza amicizie, senza lavoro, e ora anche senza una casa, visto che il padrone la sfratta, decide di rispondere a uno strano annuncio di lavoro che richiede una governante per due bambini. Dopo un lungo viaggio giunge alla villa isolata, dove viene accolta proprio dai due fratellini Isabella ed Eustace, gentili, dai modi galanti, ma in qualche modo freddi e distanti. Non ci sono adulti, e il tutore legale non vuole in alcun modo aiutare Eliza, né informarla sul passato di quella casa.
Scoperte agghiaccianti attendono la giovane governante: tolta l’ultima, che è scappata, le altre tutrici sono morte; le finestre della casa, impossibili da aprire, a volte si spalancano da sole; i bambini sembrano parlare con un amico invisibile; artigli gelidi la svegliano di soprassalto cercando di trascinarla via…
Per la povera Eliza è solo l’inizio di un incubo che potrebbe diventare il nostro.

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E la chiamano estate

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 Jillian e Mariko Tamaki, E la chiamano estate, Bao Publishing

Tre anni fa ho raccolto duecento sassi in spiaggia. Li abbiamo ammucchiati nel porticato. Facevamo cose così, insieme. Il muro di sassi della Famiglia Wallace. Ovviamente la mia famiglia non costruirà altri muri di sassi. O un’altra cosa. Sono troppo grande per quelle cose ora, comunque.

Estate. Rose la passa ad Awago con la famiglia, come ogni anno, da sempre. Un luogo d’infanzia dove divertirsi con la sua compagna di giochi Windy, fra passeggiate nel bosco, tuffi nel lago, falò sulla spiaggia.
Rose però sta crescendo, e si accorge che le cose di sempre non le bastano più: vorrebbe che lo “Sfigato” si interessasse a lei, le piacerebbe parlare e comportarsi come le altre ragazze più grandi, ma allo stesso tempo si sente ancora troppo piccola. C’è un mondo che Rose e Windy ancora non conoscono, quello della sessualità, ed è proprio questo che le incuriosisce di più, poiché le circonda senza mai toccarle direttamente. Le due amiche ne sono attratte ma anche impaurite, perché da stralci di conversazioni e frasi a metà pronunciate dagli adulti, capiscono che può causare ferite profonde, forse permanenti. Così, tra risate e momenti seri, si interrogano e si confrontano su quell’aspetto della vita ancora tutto da scoprire.
Nel frattempo, Rose assiste alla crisi dei suoi genitori senza capirne il motivo: perché sua madre si ostina a volere un altro bambino a tutti i costi, mentre a suo padre basta lei?
Tra ricordi di infanzia e nuove consapevolezze, Rose, non più bambina e non ancora ragazza, è messa di fronte a dure realtà che la costringono ad aprire gli occhi e rivedere le proprie certezze durante l’età più difficile della crescita.

Tutte, chi prima chi dopo, siamo state delle “Rose”, alle prese con dubbi e incertezze sul sesso. Ci siamo chieste come sarebbe diventato il nostro corpo, abbiamo fantasticato su come sarebbe stata la nostra vita amorosa, e ci siamo poste domande su questioni che sembravano così lontane da noi eppure così affascinanti, spesso condividendole e confrontandoci con un’amica.
E la chiamano estate è uno spaccato di vite che affronta tematiche delicate e complesse con un linguaggio spontaneo e incisivo.