Descrizione
Autore
Helga Schneider
Nata in Polonia nel 1937, la sua infanzia è stata segnata dall’abbandono dei genitori. Il padre parte per il fronte poco dopo la sua nascita, e la madre, quando Helga ha quattro anni, si arruola, prima come ausiliaria delle SS, poi come guardiana nei campi di sterminio femminili di Ravensbruck e di Auschwitz-Bierkenau. Quando il padre torna dalla guerra e si risposa, la seconda moglie fa rinchiudere Helga e suo fratello in un istituto di rieducazione. Alla fine del 1944, tramite una zia, che lavora al Ministero di Goebbels, viene ricevuta da Hitler nel suo bunker assieme ad un gruppo di bambini, i cosiddetti “piccoli ospiti del Fuhrer”. Per qualche tempo vive col padre in Austria, ma a 17 anni scappa di casa.
Nel 1971 va a Vienna a cercare sua madre, che non aveva più visto da quando l’aveva abbandonata. Ma da quell’incontro Helga esce delusa, ferita, amareggiata, perché la donna è tuttora fiera del proprio passato. La ricercherà 27 anni dopo, quando è una donna ormai molto anziana. Helga, vorrebbe capire come è stato possibile per una mamma abbandonare i propri figli per inseguire un sogno di morte, carico di orrori, senza provarne alcun turbamento. Invano attende una risposta. Solo nel 1995 Helga trova nella scrittura un luogo capace di ospitare le sue laceranti esperienze di vita. Il suo primo libro è Il rogo di Berlino, una sorta di autobiografia in cui racconta la storia della sua infanzia trascorsa a Berlino negli anni bui del nazismo.
Bibliografia
Il rogo di Berlino, Adelphi, 1995
Porta di Brandeburgo, Adelphi, 1997
Lasciami andare madre, Adelphi , 2001
L’usignolo dei Linke, Adelphi, 2004
Stelle di cannella, Salani, 2002
L’albero di Goethe, Salani, 2004
Il piccolo Adolf non aveva le ciglia, Einaudi, 2007
Heike riprende a respirare, Salani, 2008
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Commenti Finora
Descrizione
Helga Schneider, Il rogo di Berlino, Adelphi
Sfiorai con lo sguardo lo spazio vuoto dove avevamo vissuto gli uni sugli altri ammassati come bestie, imponendo al prossimo il nostro odore, il nostro malumore, il nostro egoismo. Eravamo andati oltre il sopportabile, oltre il vivibile, oltre l’immaginabile, oltre le nostre forze, oltre l’umano.
Helga è molto piccola quando la madre decide di arruolarsi nelle SS e abbandonarla assieme al fratellino Peter e al marito anche lui al fronte.
Da quel momento inizia per Helga un vero e proprio inferno. Infatti il padre si risposa e la matrigna ha una forte avversione verso la bambina, tanto da farla rinchiudere in un istituto per “ragazzi strani”, quasi un manicomio per bambini, e in seguito in una sorta di “fattoria rieducativa” dove finalmente trova un po’ di serenità. Ma il peggio deve ancora venire. Helga verrà richiamata a Berlino nell’autunno del ’44, all’età di otto anni, e vivrà per mesi in una città in fiamme bombardata quotidianamente dagli alleati, rinchiusa in una cantina stipata di persone, senza cibo, acqua e qualsiasi cura medica. In questo romanzo la Schnider, raccontandoci la sua biografia d’infanzia, ci offre un punto di vista nuovo e doverso, sulla seconda guerra mondiale, quello dei carnefici. Carnefici a loro volta vittime.
La madre di Helga, arruolatasi nelle SS, assumerà il ruolo di guardiana nel campo di concentramento di Auschwitz, e veglierà, come un grottesco totem, su due tragedie. Il dramma della popolazione civile di Berlino bombardata dagli alleati e quello, ancor più bestiale, degli ebrei sterminati nei campi di concentramento.
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E’ un libro avvincente, che narra fatti relativi alla Seconda Guerra Mondiale. A differenza di altri libri sullo stesso periodo, qui il punto di vista è quello di una bambina tedesca che patisce gli orrori di una guerra voluta da Hitler, con la sofferenza di sapere che la madre è diventata una fanatica nazista (SS). Una guerra che trasforma gli uomini in bestie.
Voto: leggi dettagliE’ un libro avvincente, che narra fatti relativi alla Seconda Guerra Mondiale. A differenza di altri libri sullo stesso periodo, qui il punto di vista è quello di una bambina tedesca che patisce gli orrori di una guerra voluta da Hitler, con la sofferenza di sapere che la madre è diventata una fanatica nazista (SS). Una guerra che trasforma gli uomini in bestie.
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non ho elementi negativi per stroncare la storia
La musica che metteresti come colonna sonoravalzer quando Helga è in collegio e sta bene: rombi di tuono durante i bombardamenti
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Helga e la guerra a Berlino
La frase che mi è piaciuta di più
“fame, sete, freddo, insonnia, sporcizia, debolezza, senso di abbandono e di impotenza”
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
la vita è bella
Quello che pensi di questa storia in una rigaStupendo e particolare: gli occhi di una bimba aiutano a capire meglio gli orrori della guerra.
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Ci fa comprendere le atrocità della guerra e come è vissuta, anche dopo di essa, dai suoi “componenti”
Voto: leggi dettagliCi fa comprendere le atrocità della guerra e come è vissuta, anche dopo di essa, dai suoi “componenti”
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Non trovo motivi per non consigliarlo
La musica che metteresti come colonna sonora*
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I ricordi una vita passata
La frase che mi è piaciuta di più
Mia madre era una signora bionda che gridava “Sieg Heil!” quando Adolf Hitler si esibiva nei suoi comizi. Talvolta portava anche me, e un giorno mi smarrì tra la folla, ritrovandomi solo quando la piazza si fu svuotata. Mia nonna me lo raccontava molto spesso, caricando le parole di tutto l’odio che nutriva per quella nuora.
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
“Storia di una ladra di libri”
Quello che pensi di questa storia in una rigaFantastico e memorabile
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Questa storia mi è parsa una storia moto intensa, soprattutto perchè stiamo parlando di un tema non poco “leggero”.Quello che ho notato dopo la lettura di questo libro è l’enorme impatto che la seconda guerra mondiale ha avuto sulla società civile: povertà,fame,crisi sociale e soprattutto la perdita del senso di umanità. Infatti nel racconto viene descritto il totale degrado di Berlino e ,in generale, della Germania.
Il testo narra la vita di questa bambina che è profondamente colpita dalla guerra, ad esempio, siccome i bombardamenti si erano fatti troppo intensi, è costretta ad andare in un collegio di campagna.Narra di una lunga agonia che ha completamente cambiato la vita di questa bambina;un’agonia conclusa all’arrivo delle truppe russe, ma, ancora una volta, si evidenzia la brutalità senza bandiera che in molti uomini si scatena in un periodo di guerra. Infatti quando i russi hanno oramai preso tutta berlino, degli stessi russi(che dovrebbero rappresentare la fine di tutte i dolori subiti) compiono altri irreversibili danni, sempre alla società civile.Con questo finale l’autrice vuole sottolineare , ancora una volta, l’orrendità della guerra.
Questa storia mi è parsa una storia moto intensa, soprattutto perchè stiamo parlando di un tema non poco “leggero”.Quello che ho notato dopo la lettura di questo libro è l’enorme impatto che la seconda guerra mondiale ha avuto sulla società civile: povertà,fame,crisi sociale e soprattutto la perdita del senso di umanità. Infatti nel racconto viene descritto il totale degrado di Berlino e ,in generale, della Germania.
Il testo narra la vita di questa bambina che è profondamente colpita dalla guerra, ad esempio, siccome i bombardamenti si erano fatti troppo intensi, è costretta ad andare in un collegio di campagna.Narra di una lunga agonia che ha completamente cambiato la vita di questa bambina;un’agonia conclusa all’arrivo delle truppe russe, ma, ancora una volta, si evidenzia la brutalità senza bandiera che in molti uomini si scatena in un periodo di guerra. Infatti quando i russi hanno oramai preso tutta berlino, degli stessi russi(che dovrebbero rappresentare la fine di tutte i dolori subiti) compiono altri irreversibili danni, sempre alla società civile.Con questo finale l’autrice vuole sottolineare , ancora una volta, l’orrendità della guerra.
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La musica che metteresti come colonna sonoraInventa un nuovo titolo
Questa la mia infanzia
La frase che mi è piaciuta di più
Opa:”Cosa facevi laggiù??…avevi dimenticato qualcosa??”-
Helga:”Ho solo guardato”-rispose-“ho guardato per non dimenticare nulla….”
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
La Caduta-Gli ultimi giorni di Hitler(film) pechè viene proposto lo stesso tema
Quello che pensi di questa storia in una rigaLa guerra appare come un conflitto tra soldati, ma a partire dal 1939la guerra diventa anche degrado sociale, travolgendo la vita di uomini e donne che avevano la sola colpa di essere nel paese sbagliato nel momento sbagliato.
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È una storia molto toccante e durante la lettura del libro molto spesso mi sono commossa e ho riflettuto su come questa bambina viveva la guerra.
Voto: leggi dettagliÈ una storia molto toccante e durante la lettura del libro molto spesso mi sono commossa e ho riflettuto su come questa bambina viveva la guerra.
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Mi è piaciuto tutto in questa storia.
La musica che metteresti come colonna sonoraInventa un nuovo titolo
Annientamento di Berlino
La frase che mi è piaciuta di più
“Quando lo tormentavano i suoi attacchi di tosse è diventata cianotico, temevo sempre che potesse soffocare; e quando usciva per prendere l’acqua pregavo che fosse risparmiato dalle granate. Qualche volta spingevo oltre la speranza che non morisse, desideravo che anche in futuro fosse al mio fianco, che mi vedesse crescere.”
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
“Il diario di Anna Frank” e “Il bambino dal pigiama a righe”, perché in queste storie vediamo la guerra durante il nazismo dal punto di vista dei bambini e cosa loro provavano durante questo periodo.
Quello che pensi di questa storia in una rigaÈ una storia che è realmente avvenuta e quindi credo che sia davvero bella e ben raccontata.
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“Il rogo di Berlino” è la biografia dell’infanzia della scrittrice. Parla degli anni della seconda guerra mondiale raccontata dal punto di vista della bambina che, insieme alla sua matrigna, a suo fratello, a suo nonno e ad altri inquilini è stipata in una cantina di cui descrive ogni minimo particolare: i materassi, il secchio per i bisogni, il lavandino ormai secco, l’odore degli incendi che si mescola a quello dei corpi in putrefazione e anche tutta la gente che c’era dentro, dai vecchietti che piangevano e che si lamentavano ai bambini che dormivano o si rincorrevano.
Mi ha colpito molto come l’autrice ha descritto il bunker della cancelleria quando è stata ospite di Hitler insieme ad altri ragazzi grazie ad un’amica della matrigna: le pareti spoglie, gli sguardi freddi, secchi e duri delle guardie e l’aspetto trasandato e minuto di Hitler.
Tutta la Germania era completamente distrutta dai continui attacchi aerei, le sirene, i bombardamenti, i crolli non davano tregua. In tutta questa tristezza e paura l’unica cosa che rendeva forte Helga era Opa (suo nonno), che la difendeva dalla matrigna a cui non stava per niente simpatica a differenza del fratello che addirittura la chiamava Mutti (mamma). Ogni attimo di felicità però veniva spezzato dalla paura, la paura di morire e la paura di perdere i propri cari: paura costante, senza riposo.
“Il rogo di Berlino” è la biografia dell’infanzia della scrittrice. Parla degli anni della seconda guerra mondiale raccontata dal punto di vista della bambina che, insieme alla sua matrigna, a suo fratello, a suo nonno e ad altri inquilini è stipata in una cantina di cui descrive ogni minimo particolare: i materassi, il secchio per i bisogni, il lavandino ormai secco, l’odore degli incendi che si mescola a quello dei corpi in putrefazione e anche tutta la gente che c’era dentro, dai vecchietti che piangevano e che si lamentavano ai bambini che dormivano o si rincorrevano.
Mi ha colpito molto come l’autrice ha descritto il bunker della cancelleria quando è stata ospite di Hitler insieme ad altri ragazzi grazie ad un’amica della matrigna: le pareti spoglie, gli sguardi freddi, secchi e duri delle guardie e l’aspetto trasandato e minuto di Hitler.
Tutta la Germania era completamente distrutta dai continui attacchi aerei, le sirene, i bombardamenti, i crolli non davano tregua. In tutta questa tristezza e paura l’unica cosa che rendeva forte Helga era Opa (suo nonno), che la difendeva dalla matrigna a cui non stava per niente simpatica a differenza del fratello che addirittura la chiamava Mutti (mamma). Ogni attimo di felicità però veniva spezzato dalla paura, la paura di morire e la paura di perdere i propri cari: paura costante, senza riposo.
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La musica che metteresti come colonna sonoraInventa un nuovo titolo
La guerra vissuta.
La frase che mi è piaciuta di più
Viviamo come spettri in un immenso campo di rovine (pag.58 righe 14/15).
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Quello che pensi di questa storia in una riga
Un libro fantastico che ti dà la possibilità mentre lo leggi di entrare nella storia e di rivivere in 229 pagine gli eventi di 5 anni di guerra nel minimo dettaglio. Emozionante.
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Mi è piaciuto molto il libro in sé: com’è scritto, la storia ed il fatto che l’autrice con le sue parole riesca a far provare al lettore ciò che lei provava ai suoi tempi. Fa impressione il fatto che loro vivessero in condizioni così precarie e sempre sotto la minaccia degli attacchi militari e dei bombardamenti. Nella parte finale il libro è commovente tanto che ho pianto.
Voto: leggi dettagliMi è piaciuto molto il libro in sé: com’è scritto, la storia ed il fatto che l’autrice con le sue parole riesca a far provare al lettore ciò che lei provava ai suoi tempi. Fa impressione il fatto che loro vivessero in condizioni così precarie e sempre sotto la minaccia degli attacchi militari e dei bombardamenti. Nella parte finale il libro è commovente tanto che ho pianto.
Se non ti è piaciuta scrivi qualche riga per stroncarla
In certi punti il libro è molto “crudo” ma credo che non sia un difetto.
La musica che metteresti come colonna sonorascorpions - wind of change.
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Bombe su Berlino.
La frase che mi è piaciuta di più
“Lascio una città che mi ha rifiutato tutto: una madre, un padre, la nonna. Una vita normale, un’infanzia serena. Una città che mi ha dato solo dolore, privazioni, terrore, solitudine, tristezza, angoscia e disperazione. Perché piango?
Stringo i denti per non mettermi ad urlare. Sto male. Mi si strazia il cuore. Che cosa mi sta accadendo?
Addio, Berlino.”
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
“Arrivederci ragazzi”, perché sono ambientati entrambi in periodo di guerra anche se il film è ambientato in Francia, e parlano entrambi di bambini a cui è negata l’infanzia a causa della guerra.
Quello che pensi di questa storia in una rigaAngosciante.
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Credo che il rogo di Berlino sia un libro educativo,ma soprattutto un libro che fa riflettere su quello che è accaduto in passato in modo da non commettere più certe follie. Helga Schneider in questo libro ci racconta la sua esperienza vissuta da bambina,ed è proprio questa la particolarità ovvero che si ha un testo che propone un episodio cosi tragico e cosi distruttivo sotto ogni punto di vista,raccontato da una bambina di nome Helga che si trova ad affrontare vari ostacoli,come l’abbandono della madre il convivere con la matrigna Ursula che prova per lei un profondo odio,tanto che decide di farla rinchiudere in un istituto per “RAGAZZI STRANI” e in seguito in una “casa rieducativa”.Ursula odiava la bambina e non faceva altro che castigarla al minimo sbaglio e criticare il metodo educativo della nonna giudicandolo troppo concessivo,tanto che Helga a un certo punto della sua vita…
Voto: leggi dettagliCredo che il rogo di Berlino sia un libro educativo,ma soprattutto un libro che fa riflettere su quello che è accaduto in passato in modo da non commettere più certe follie. Helga Schneider in questo libro ci racconta la sua esperienza vissuta da bambina,ed è proprio questa la particolarità ovvero che si ha un testo che propone un episodio cosi tragico e cosi distruttivo sotto ogni punto di vista,raccontato da una bambina di nome Helga che si trova ad affrontare vari ostacoli,come l’abbandono della madre il convivere con la matrigna Ursula che prova per lei un profondo odio,tanto che decide di farla rinchiudere in un istituto per “RAGAZZI STRANI” e in seguito in una “casa rieducativa”.Ursula odiava la bambina e non faceva altro che castigarla al minimo sbaglio e criticare il metodo educativo della nonna giudicandolo troppo concessivo,tanto che Helga a un certo punto della sua vita…
Se non ti è piaciuta scrivi qualche riga per stroncarla
Non ci sono righe ne episodi che non ho trovato interessanti.
La musica che metteresti come colonna sonorauna canzone che credo possa fungere da colonna sonora in questo libro è un brano scritto nel 99 da Ligabue Jovanotti e Piero Pelù che si intitola "il mio nome è mai più"
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la shoah vista e raccontata da una bambina
La frase che mi è piaciuta di più
Ad essere sincero non c’è una frase in particolare che mi ha colpito di più,ma un episodio ed è quello in cui la nonna porta a giocare i nipoti nella piazza,facendogli vivere al minimo quel periodo di guerra.
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Logicamente leggendo questo libro sono moltissimi i film che ti vengono in mente,ma il film che mi ha accompagnato in questa lettura è stato “la vita è bella”di Benigni,perchè anche li troviamo l’episodio della shoah vissuto da un bambino,e poi è anche un film che a differenza degli altri viene proposto in una maniera allegra come se fosse tutto un gioco.Ma come ho detto prima di film che ricordano la shoah cene sono moltissimi.
Quello che pensi di questa storia in una rigaPer me questa storia come ho gia detto è prima di tutto un educazione a vivere e a riflettere sugli errori del passato in modo da non ricommetterli nel futuro.
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E’ un libro interessante, dà la visione della guerra dal punto di vista di una bambina, non una bambina qualsiasi, ma una bambina tedesca. Di solito rappresentati come cattivi, questa volta visti anche loro parzialmente come vittime. Si perde di prospettiva se non si hanno almeno due punti di vista…
Voto: leggi dettagliE’ un libro interessante, dà la visione della guerra dal punto di vista di una bambina, non una bambina qualsiasi, ma una bambina tedesca. Di solito rappresentati come cattivi, questa volta visti anche loro parzialmente come vittime. Si perde di prospettiva se non si hanno almeno due punti di vista…
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La musica che metteresti come colonna sonoraBorn to Die - Lana del Rey
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L'infanzia rubata di Helga.
La frase che mi è piaciuta di più
“…diamo la colpa a colui che ci tolto ogni dignità, Adolf Hitler”
La guerra toglie dignità.
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Anna Frank, per avere l’altro punto di vista…
Quello che pensi di questa storia in una rigaTerribilmente triste, incredibilmente coinvolgente
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Questo libro mi è piaciuto molto, perché oltre a essere emozionante e coinvolgente, fa capire cosa hanno provato tutte quelle persone costrette a stare per mesi rintanate nei rifugi antiaerei, con la paura costante di morire alternata alle sete e alla fame e anche perché vengono descritti tutte le sofferenze e le disgrazie causate dalla guerra, come quelli che dovettero sopportare i genitori perché le figlie erano state vittime di una violenza oppure perché i propri cari erano morti, e ciò fa molto pensare; grazie alle descrizioni dettagliate si riesce a immedesimarsi nei vari personaggi capendo le loro emozioni.
Voto: leggi dettagliQuesto libro mi è piaciuto molto, perché oltre a essere emozionante e coinvolgente, fa capire cosa hanno provato tutte quelle persone costrette a stare per mesi rintanate nei rifugi antiaerei, con la paura costante di morire alternata alle sete e alla fame e anche perché vengono descritti tutte le sofferenze e le disgrazie causate dalla guerra, come quelli che dovettero sopportare i genitori perché le figlie erano state vittime di una violenza oppure perché i propri cari erano morti, e ciò fa molto pensare; grazie alle descrizioni dettagliate si riesce a immedesimarsi nei vari personaggi capendo le loro emozioni.
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La musica che metteresti come colonna sonoraInventa un nuovo titolo
A causa della guerra
La frase che mi è piaciuta di più
“Fame, sete, freddo, terrore, insonnia, sporcizia, debolezza, apatia, senso di abbandono e di impotenza: questi erano gli ingredienti della nostra esistenza trascorsa giorno e notte in cantina.” Questa è la frase che mi è piaciuta di più perché riassume tutto quello che causa la guerra.
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Io collegherei a questo libro “Diario di Anna Frank”, perché tutte e due le protagoniste hanno vissuto gli strazi della guerra in prima persona. L’unica differenza è che Anna era ebrea e morì giovanissima in un campo di concentramento, mentre Helga è sopravvissuta. Comunque grazie a tutte e due abbiamo delle testimonianze sulle atrocità della guerra.
Quello che pensi di questa storia in una rigaUna storia bellissima, emozionante e molto istruttiva, soprattutto per le persone che non hanno vissuto la guerra.
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La storia mi è piaciuta particolarmente siccome la scrittrice riesce a farti immedesimare nel suo personaggio; inoltre durante la narrazione si ribadisce più volte che la guerra è un abominio che non nessun uomo, dal più grande al più piccolo, dovrebbe vivere. Questo è un concetto molto importante che ai giorni nostri a volte si tende a dimenticare.
Voto: leggi dettagliLa storia mi è piaciuta particolarmente siccome la scrittrice riesce a farti immedesimare nel suo personaggio; inoltre durante la narrazione si ribadisce più volte che la guerra è un abominio che non nessun uomo, dal più grande al più piccolo, dovrebbe vivere. Questo è un concetto molto importante che ai giorni nostri a volte si tende a dimenticare.
Se non ti è piaciuta scrivi qualche riga per stroncarla
A volte mi è risultato che la narrazione fosse un po’lenta, ma solo nella prima parte del libro.
La musica che metteresti come colonna sonoraFrancesco Guccini - Un vecchio e un bambino.
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Helga: una vita negata.
La frase che mi è piaciuta di più
Getto un ultimo sguardo dall’oblò: non ho nulla alle spalle, e davanti solo l’ignoto.
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
A questo libro collegherei i film: “Il bambino con il pigiama a righe”, “Anna Frank” e “La chiave di Sara”, perché sono tutte storie che hanno come tema principale la guerra e l’olocausto, visti dagli occhi di bambini.
Quello che pensi di questa storia in una rigaIn una parola eccezionale, una storia che ti riesce a commuovere e far ragionare.
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“Il rogo di Berlino”, scritto da Helga Schneider, racconta la terribile infanzia vissuta dall’autrice nella Berlino investita dalla guerra, scatenata da Hitler.
La bambina, infatti, visse la tragedia del conflitto nella condizione di chi si trova ad essere vittima innocente della violenza di chi combatte per liberare la Germania.
La scrittrice, inoltre, descrive in modo dettagliato gli avvenimenti e le sue emozioni,facendo provare un forte sentimento di empatia al lettore.
“Il rogo di Berlino”, scritto da Helga Schneider, racconta la terribile infanzia vissuta dall’autrice nella Berlino investita dalla guerra, scatenata da Hitler.
La bambina, infatti, visse la tragedia del conflitto nella condizione di chi si trova ad essere vittima innocente della violenza di chi combatte per liberare la Germania.
La scrittrice, inoltre, descrive in modo dettagliato gli avvenimenti e le sue emozioni,facendo provare un forte sentimento di empatia al lettore.
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La trama del racconto è molto coinvolgente e il ritmo è incalzante però, a volte, quest’ultimo viene un po’ rallentato dalle lunghe e dettagliate descrizioni dei luoghi o delle persone figurati dalla giovane protagonista.
La musica che metteresti come colonna sonoraImagine, John Lennon.
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Bombardamenti a Berlino.
La frase che mi è piaciuta di più
“Sotto il blu smaltato di un cielo indifferente, il mare di rovine si allontana, diventa massa informe dalla quale sporgono, cupe, le nere cime dei monconi.
Sto male. In gola un pugno di lacrime. Nel cuore un pugno di ansia. Laggiù c’è qualcosa che chiama.
Perchè là sotto, fra i tetri resti dell’immenso rogo ormai spento, fra le crepe dell’asfalto scoppiato, nell’umida cantina della Lothar-Bucher-Strasse e fra le pieghe gentili del cappotto sgualcito di Opa, forse là sotto rimangono le mie radici. Stupide, testarde radici aggrappate là dove hanno sentito battere con maggior disperazione il mio cuore.
Addio, Berlino!
Il nodo si gonfia nel petto, mi soffoca. Berlino sta svenendo all’orizzonte, sprofonda in un velo di foschia. Sento un soffio gelido, provo un senso di vuoto. I motori rombano, aguzzo lo sguardo: non vedo più niente.
Fra poco atterreremo a Lubecca, dove ci accoglierà un campo di profughi. Forse ci aspetta ancora la fame, nell’attesa che un treno merci ci conduca al confine dell’Austria.
Getto un ultimo sguardo all’oblò: non ho nulla alle spalle, e davanti solo l’ignoto.”
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Collegherei questo racconto al libro “Anna Frank” perché la situazione che sono costrette a vivere le due protagoniste è abbastanza analoga: infatti, sia Anna che Helga vissero, insieme alle loro famiglie, rinchiuse per mesi o addirittura anni in buie stanze, in pessime condizioni igieniche e nella scarsità di viveri, nella speranza di riuscire a sopravvivere a quella terribile guerra che coinvolgeva tutto il Paese.
Quello che pensi di questa storia in una rigaQuesta storia è una delle tante testimonianze che racconta alcuni degli orrori della guerra e spero che, prima o poi, gli uomini riescano, per amore dei propri simili e in onore della pace, ad evitare e a cessare i vari conflitti perché, in fondo, queste ostilità non portano né vincitori né vinti, bensì solo vittime e distruzione.
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“Il rogo di Berlino” di Helga Schneider racconta uno dei periodi peggiori nel migliore dei modi: la scrittrice narra la sua esperienza, descrive dettagliatamente ogni avvenimento e esprime le sue emozioni apertamente, così che mentre leggevo il libro mi sentivo coinvolta nella storia.
Voto: leggi dettagli“Il rogo di Berlino” di Helga Schneider racconta uno dei periodi peggiori nel migliore dei modi: la scrittrice narra la sua esperienza, descrive dettagliatamente ogni avvenimento e esprime le sue emozioni apertamente, così che mentre leggevo il libro mi sentivo coinvolta nella storia.
Se non ti è piaciuta scrivi qualche riga per stroncarla
La storia mi è piaciuta incondizionatamente anche se è difficile “partecipare” alle enormi ingiustizie che Helga subisce.
La musica che metteresti come colonna sonoraInventa un nuovo titolo
La guerra di Helga.
La frase che mi è piaciuta di più
Sto male. In gola un pugno di lascrime. Nel cuore un pugno di ansia. Laggiù c’è qualcosa che mi chiama. Perché là sotto, fra i tetri resti dell’immenso rogo ormai spento, fra le crepe dell’asfalto scoppiato, nell’umida cantina della Lothar-Bucher-Strasse e fra le pieghe gentili del cappotto sgualcito di Opa, forse là rimangono le mie radici. Stupide testarde radici aggrappate là dove hanno sentito battere più forte il cuore. Addio, Berlino!
Altri libri, film, fumetti, immagini ecc. che mi sono venuti in mente o che collegherei a questo libro e perché
Il diario di Anna Frank, perché racconta la guerra vissuta dai bambini.
Quello che pensi di questa storia in una rigaL’autrice descrive dettagliatamente ogni avvenimento e esprime le sue emozioni apertamente. È molto coinvolgente.
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33 thoughts on “Il rogo di Berlino”