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Naked

Naked

Kevin Brooks, Naked, Piemme, 2016 

Il mio cuore è nato nella lunga estate rovente del 1976. Fu allora che la mia vita iniziò, il mio amore fu sigillato, la mia anima si perse e si infranse. Fu l’estate di molte cose – calore e violenza, amore e odio, sogni e incubi, paradiso e inferno – e riguardo a quel periodo adesso, è difficile distinguere il bene dal male. Era tutto puro e marcio.

Mi chiamo Lili, vivo a Londra, ho 16 anni e suono il pianoforte da quando ne ho sei. Mi piace abbandonarmi completamente alla bellezza della musica, e a quella quiete che assaporo quando sfumo le ultime note di un pezzo particolarmente difficile, mi fa sentire viva, capace, almeno in una cosa, visto che con i ragazzi non va poi così bene. Nemmeno con la mia famiglia le cose vanno benissimo, che in realtà è composta da me e mia madre, perché mio padre non l’ho mai conosciuto, vive a Los Angeles e non si è mai interessato a me. Mia madre è schizofrenica, borderline? non saprei come definirla. So solo che a volte è euforica, troppo, a volte è triste, troppo, e io non so mai bene come prenderla. Ho sempre pensato che la mia vita sarebbe stata comune, ordinaria. Scuola, qualche fidanzato, poi un lavoro, forse una famiglia. Ma mi sbagliavo, non avevo considerato il «fattore Curtis», o, tradotto, un ragazzo bellissimo, che suona da dio che mi ascolta suonare e che mi invita a suonare nella sua band, come bassista. Io, a suonare un basso? Non ci avrei mai creduto. E da quel giorno la mia vita è diventata un imprevisto. La passione per la band, il successo, l’amore maledetto con Curtis e poi William, la sua dolcezza, l’IRA, le bombe. A volte la tua vita può prendere direzioni impensabili, è sufficiente un sì oppure un no a una semplice domanda e tutto cambia. Nell’estate rovente del 1976 è successo a me, ve lo posso assicurare.

le rose di shell - cover

Le rose di Shell

Siobhan Dowd, Le rose di Shell, Uovonero, 2016

Un altro movimento, un fruscio, si agitò dentro di lei: come una tarma stavolta, che si sfila dalla crisalide, lieve ed esitante. Si tenne il ventre, fissando la strada senza vederla.

Allora capì.

Da un anno la vita di Shell è profondamente cambiata. Dopo la morte della madre, il padre perde il lavoro, riprende a bere e si rifugia in maniera ossessiva nella religione; sta solo a lei condurre la casa, prendersi cura del fratellino e della sorellina e riuscire a essere anche una brava allieva. I giorni passano nella routine più triste e malinconica possibile fino a quando, quasi per gioco, inizia una relazione clandestina con un ragazzo del paese, segreta a tutti. In realtà però qualcuno li ha visti, e quando non lontano da lì vengono ritrovati morti due neonati, su Shell si stende il dubbio dell’intera comunità. Da sola contro tutti, abbandonata anche dalla migliore amica, la ragazza cerca di farsi giustizia, prendendo in mano il suo destino e cercando la verità. Non tutti però vogliono sapere e la conoscenza diventa un’arma a doppio taglio.

Just kids

Just kids

Patti Smith, Just kids, Feltrinelli, 2015

Da lui ho imparato che la contraddizione è spesso la più limpida forma di verità.

 In queste memorie c’è il racconto di due vite che si sono incontrate e amate, che hanno perso delle battaglie ma vinto poi la guerra e infine che hanno realizzato un sogno dal nulla, cambiando per sempre la storia del rock e della fotografia. Patti Smith e Robert Mapplethorpe si incontrano per caso a New York, poco più che ventenni, nell’estate del 1967, hanno poco in tasca ma dalla loro hanno la giovinezza, spudorata, sgraziata e maledetta. Vivono un po’ per strada, mangiano molto poco, campano di lavoretti e inseguono l’Arte. Chiacchierano di letteratura, quando possono vanno al cinema o a vedere delle mostre, ascoltano musica e continuano a crescere. Non sanno esattamente ciò che diventeranno ma sanno che il successo per loro arriverà, sarà bruciante e fulmineo per Robert, costante e metodico per Patti. I due si amano da buoni amici, si perdono per strada ma poi si ritrovano; il fermento di quegli anni si sente: l’allunaggio, l’assassinio di Martin Luther King, il grande concerto di Woodstock…

I love radio rock

I love Radio Rock

Richard Curtis, I Love Radio Rock, UK/Francia/Germania, 2009

 Gli anni passeranno e i politici non faranno mai un cazzo per rendere il mondo migliore, ma in tutto il mondo ragazzi e ragazze avranno sempre i loro sogni, e tradurranno quei sogni in canzoni.

Siamo negli anni Sessanta in Inghilterra, il Rock prende piede e diventa anche qui la bandiera della libertà e della ribellione giovanile, contro il potere, contro la tradizione, contro tutto ciò che impedisce la libera espressione umana. Ma per cambiare davvero le cose ci vuole un po’ di tempo e anche un po’ di lotta. Il sistema non accetta di buon grado i cambiamenti repentini che lo mettono in discussione. Di conseguenza il Rock è considerato l’emblema del male, della perversione giovanile, della decadenza del costume e della morale. Proprio per questo le radio che lo trasmettono, le radio libere, vengono messe al bando. Questo film ci racconta la storia di una di queste radio, forse una delle più originali e folli, che trasmette da una nave e che diventa anche la casa dei DJ. Una sorta di comune un po’ folle, dove si condivide soprattutto la passione per la musica, dove nascono rivalità tra i DJ più bravi, dove si professa e si pratica l’amore libero. Una piccola comunità che mette in scacco il potere con la forza del riso dissacratorio e della musica.

Come vivo ora

Come vivo ora

Rosoff M., Come vivo ora, Feltrinelli, 2013

Il mio nome è Elisabeth, ma nessuno mi ha mai chiamata così. Quando sono nata mio padre deve avermi dato un’occhiata e aver pensato che avevo una faccia dignitosa e triste come una regina d’altri tempi o un morto, ma io poi mi sono rivelata un tipo qualunque, di certo non una che si fa notare […] Più Daisy che Elizabeth fin dall’inizio.


Daisy ha 15 anni e vive a New York con il padre e la matrigna, Davina la Diabolica, con la quale non è in buoni rapporti. Quindi oltre ad aver perso la madre, morta quando lei era piccola, si ritrova in una situazione familiare per niente confortevole e alla quale reagisce smettendo di mangiare. Il padre, non sapendo più cosa fare per far fronte all’anoressia della figlia, pensa che a Daisy potrebbe far bene passare un’estate in Inghilterra, nella casa di campagna della zia, in compagnia dei quattro cugini. Detto fatto viene messa su un aereo e in un attimo si ritrova in una dimora che sembra più un maniero gotico che una fattoria qualunque, circondata da campi e giardini e tantissimi animali: una capra bianca e nera, due cani, gatti a volontà, mucche, pecore e galline. Fin dal suo sbarco all’aeroporto Daisy capisce che la vacanza le farà molto bene, infatti a riceverla all’uscita non trova la vecchia zia Pen ma suo cugino Edmond, un quattordicenne con la sigaretta in bocca, capelli arruffati e occhi color del cielo che a vederlo sembra una specie di cane randagio e, non si capisce come faccia, ha il dono di intuire sempre quello che la ragazza sta pensando. Sarà per la lontananza da casa, che permette alla testa di viaggiare più liberamente, sarà per il sorriso irresistibile di Edmond, che Daisy si innamora perdutamente lui. Cosa fare? Lanciarsi in una storia con il cugino? Oppure rimanere saldi nella ragione e prepararsi ad affrontare il dramma della guerra che si sta abbattendo su tutti loro?

La strada nell'ombra

La strada nell’ombra

Jennifer Donnelly, La strada nell’ombra, Mondadori, 2016

Nella New York di fine Ottocento, poche ragazze possono dirsi più fortunate di Josephine. Bella e intelligente, famiglia ricchissima e di alto lignaggio, sembra avere già un brillante futuro spianato. I genitori stanno infatti concludendo gli accordi per il suo matrimonio con uno dei rampolli più ambiti di quella generazione, che fortuna vuole sia gentile e premuroso, e anche il suo migliore amico. Jo si è però appassionata alla scrittura e al giornalismo d’inchiesta, e vorrebbe indagare sugli abusi sulle operaie in fabbrica, per denunciarli. Non può però rivelarlo in casa, perché sarebbe sicuramente considerato sconveniente e pericoloso per la buona riuscita del matrimonio:

Conosci le regole: ti fai impalmare, poi fai quello che vuoi. Ma per l’amor del cielo, finché non rimedi l’uomo giusto, sorridi come un’oca e parla di tulipani, non di operaie tessili!

Jo vorrebbe rompere quegli schemi, ma non ha il coraggio di lasciare l’alta società. D’improvviso, però, quel mondo dorato si rompe: l’amato padre viene trovato morto nel suo studio, con in mano una pistola. Alla disperazione si sovrappongono tremendi sospetti, e Jo inizia ad indagare, e nei bassifondi, che le sono vietati, incontra un giovane giornalista, Eddie, povero in canna, che sembra sapere molto di quella strana morte. E che Jo non riesce proprio a togliersi dalla mente…

Finchè siamo vivi

Finché siamo vivi

Anne-Laure Bondoux, Finché siamo vivi, Mondadori, 2016

Ebbe inizio una nuova epoca. Un periodo senza slanci, senza progetti, in cui nessuno era più in grado di predire il futuro.
Aspettavamo qualcosa, ma non sapevamo cosa.
Chi lavorava ancora, si alzava la mattina esausto quanto il giorno prima, e si addormentava la sera senza un moto di ribellione. Come bestie intontite dal freddo, trattenevamo il respiro e i battiti del cuore, vivevamo solo a metà.
Eppure, in mezzo alla resa generale, alcuni ebbero il coraggio di innamorarsi. E i più pazzi si amarono davvero. Bo e Hama furono tra quelli.

Alla grande Fabbrica si lavora senza sosta per produrre armi, e nessuno sa per chi o perché. L’unica luce arriva da Bo e Hama, che fanno turni diversi, ma che approfittano dei pochi secondi in comune per amarsi, indifferenti al freddo e agli sguardi degli altri.
Un mattino, però, proprio quando Hama gli avrebbe rivelato una grande notizia, per la prima volta Bo non si sveglia, e non si presenta all’appuntamento. È un mattino tragico: una gigantesca esplosione distrugge la Fabbrica, i corpi carbonizzati sono ovunque, e alla tragedia si somma per Bo il senso di colpa. Giorni dopo, in ospedale, ritroverà Hama, viva ma senza mani.
Decidono di partire per un lungo viaggio, lui, lei, e la bambina che Hama portava segretamente in grembo, lontano dalle malelingue che in paese li sospettano di essere portatori di sfortuna.
Da quel momento, tra città sotterranee e paradisi sul mare, conosceremo Tsell, la loro figlia, prima bambina, poi giovane donna dotata di poteri che non può mostrare, anche lei alla ricerca della felicità.

Carol

Carol

Patricia Highsmith, Carol, Bompiani, 2007

Therese ha diciannove anni e ha appena trovato lavoro in un grande magazzino, reparto bambole. Tutto le sembra senza anima, meccanico, squallido, e gli impiegati tristi automi senza desideri né emozioni, imbruttiti e senza speranza. È certa che per lei si tratti solo di un impiego temporaneo, in attesa di trovare finalmente un ingaggio nel teatro, visto che è scenografa.
Da dieci mesi ha un fidanzato che vuole portarla in Europa, e che dà già il matrimonio per fatto. Ma Therese non è convinta, anche se non ha mai avuto il coraggio di rivelarlo.
Un giorno, nella folla che si accalca per gli acquisti natalizi, nota una signora bella e dai modi eleganti, che le chiede aiuto per una bambola. Scambiano qualche parola, e Therese sente, dopo tanto, una scintilla: non sa perché, ma vuole assolutamente rivedere la signora Aird. Recuperato l’indirizzo, le scrive un biglietto d’auguri. E il pomeriggio seguente, la signora la chiama per invitarla a un aperitivo, loro due sole.

MAESTRO E MARGHERITA

Il Maestro e Margherita

Michail Afanas’evič Bulgakov, Il Maestro e Margherita, Feltrinelli, 2014

 Maestro è lo pseudonimo affettuoso con cui Margherita chiama il suo amante. I due si sono conosciuti per caso, in un parco, e immediatamente è nato l’amore. I due amanti non capiscono perché ma il loro amore cresce ogni giorno e il giorno seguente è più bello e intenso di quello che l’ha preceduto. Un giorno, però, il Maestro scompare senza lasciare tracce o messaggi: per Margherita è l’inizio della discesa nell’inferno della disperazione. Il Maestro non l’ha lasciata perché non l’ama più, ma al contrario perché non vuole trascinarla nel vortice della sua pazzia.

Ma il fato beffardo, che prima ha tolto, ora offre. A Margherita viene data da Satana in persona la possibilità di ritrovare il suo amore in cambio di un infernale patto. Cosa farà Margherita?

Si dannerà per amore o soffrirà tutta la vita per un amore dannato?

chambers-ora che so

Ora che so

Aidan Chambers, Ora che so, BUR, 2014

Una mattina, all’alba, un ragazzo viene trovato crocifisso a mezz’aria, nudo e attaccato a una gru.
È Nik, brillante studente solitario, ateo fino al midollo ma molto interessato alle domande su Dio e sulla religione, e sta recitando in un film su Cristo. La sua vita si incrocia con quella di Julie: la vede in un pomeriggio di pioggia, a una manifestazione, coperta di fango e attaccata dalla polizia, e qualcosa lo spinge ad aiutarla. Nascerà una splendida amicizia, poi storia d’amore, fatta anche di continui bisticci sulla fede, visto che lei è profondamente credente.
Poi succede qualcosa di tragico, e Julie finisce in ospedale, bendata dalla testa ai piedi come una mummia, senza sapere se riuscirà mai a camminare nuovamente, vedere, e se la sua pelle ustionata tornerà mai come prima.
La loro storia prosegue a distanza: ognuno registra la propria voce, i pensieri, le emozioni per l’altro, in attesa di riabbracciarsi, mentre la ricerca personale di Nik lo porterà a vivere esperienze profonde e destabilizzanti.